La protesta dei dipendenti dell’Autorità Portuale di Genova Occidentale (Adsp) ha raggiunto l’apice con un’occupazione di Palazzo San Giorgio, sede dell’ente, segnando un punto di rottura nella gestione e nei rapporti di lavoro.
Lo sciopero, iniziato con un presidio mattutino, non è un mero atto isolato, ma l’espressione di un malessere profondo e pluriennale, radicato in una serie di criticità che vanno oltre la singola questione del trasferimento forzato di un funzionario da Genova a Savona.
La vicenda del trasferimento, lamentata come una palese violazione dell’articolo 55 del contratto nazionale, si configura come un detonatore, ma non ne è la causa originaria.
I sindacati, in prima linea nella mobilitazione, evidenziano un deterioramento progressivo del clima aziendale, caratterizzato da una sempre maggiore distanza tra i lavoratori e i vertici dell’Autorità Portuale.
Questa frattura, alimentata da un senso di frustrazione e mancanza di ascolto, si è acuita durante i due anni di commissariamento, periodo in cui l’ente ha subito un’intensa attività di riorganizzazione e controllo esterno.
Nonostante l’arrivo del nuovo presidente, le speranze di un cambiamento significativo si sono rivelate vane, lasciando i dipendenti in una situazione di profonda insoddisfazione.
L’occupazione di Palazzo San Giorgio rappresenta quindi un atto di rivendicazione che mira a ristabilire un dialogo costruttivo e a riaffermare il rispetto del contratto collettivo.
I sindacati denunciano un clima di tensione costante, dove la collaborazione, un tempo elemento distintivo dell’ente, è stata progressivamente erosa da decisioni unilaterali e da una gestione percepita come autoritaria.
La protesta non si limita a una semplice richiesta di riparazione per il singolo caso del trasferimento, ma si configura come una richiesta di trasparenza, di partecipazione e di un reale coinvolgimento dei lavoratori nelle decisioni che riguardano il futuro dell’Autorità Portuale.
Il gesto di solidarietà da parte delle altre Adsp italiane, che hanno indetto assemblee virtuali per collegarsi con i colleghi genovesi, sottolinea la rilevanza della questione a livello nazionale e la preoccupazione condivisa per la tenuta del sistema portuale italiano.
La mobilitazione pone l’attenzione su un problema strutturale, quello del rapporto tra amministrazione e lavoratori, e sulla necessità di un modello di governance più inclusivo e partecipativo, capace di valorizzare il capitale umano e di promuovere un ambiente di lavoro sereno e produttivo.
La speranza è che questa azione di protesta possa innescare un processo di cambiamento profondo, volto a ristabilire un equilibrio duraturo e a garantire il futuro dell’Autorità Portuale di Genova Occidentale.