lunedì 22 Settembre 2025
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Genova

Genova, rabbia e speranza: un corteo per Gaza e contro il genocidio

Un raggio di sole inatteso ha illuminato Genova, accompagnando un corteo cittadino vibrante di rabbia e speranza, culminato dopo una mattinata tesa, segnata da blocchi stradali e manifestazioni di solidarietà alla Global Sumud flottilla e in netta opposizione al genocidio palestinese.
Un fiume di persone, un mosaico composto da lavoratrici e lavoratori, studenti, famiglie e cittadini comuni, ha riempito le vie della città, unendo le proprie voci in un grido di protesta che si è diretto verso il cuore pulsante del porto, per poi snodarsi attraverso il centro storico fino a giungere in Piazza de Ferrari.

La manifestazione, animata da striscioni e cori, ha visto una forte presenza di attivisti che hanno espresso la loro indignazione nei confronti di Zim, compagnia logistica israeliana, protetta da un dispositivo di sicurezza considerevole.

La tensione è stata palpabile, simbolo di un conflitto più ampio che si riversa nelle dinamiche commerciali e logistiche globali.

Un elemento di particolare rilevanza è stata la connessione via comunicazione a distanza con José Nivoi, rappresentante del Calp, attivamente impegnato a bordo di una delle imbarcazioni della flottilla, attualmente in navigazione a sud di Creta, in rotta verso Gaza.
Nivoi ha espresso vivo apprezzamento per la mobilitazione genovese e di altre città italiane, sottolineando che l’evento non rappresenta un punto di conclusione, bensì l’apertura di una nuova fase nella lotta per la giustizia palestinese.
Ha lanciato un appello alla partecipazione all’assemblea prevista per il 27 settembre, momento cruciale per l’annuncio di uno sciopero internazionale a sostegno di Gaza, e ha invitato a unirsi alla manifestazione nazionale in programma a Roma il 4 ottobre.
Il respiro collettivo di questa mobilitazione si estende ben oltre Genova: Francesco Staccioli, del direttivo Usb, ha quantificato in 500.000 le persone scese in piazza in 65 città diverse, evidenziando l’impatto significativo delle azioni di dissenso.

L’interruzione dei principali porti, la paralisi del 90% del trasporto pubblico e la riduzione del 50% del personale ferroviario testimoniano la portata della protesta, un movimento nato e rafforzato proprio nel contesto genovese.

Staccioli ha esplicitamente dichiarato che la mobilitazione di oggi è solo l’inizio, un primo passo in una lotta che si preannuncia lunga e complessa.
L’impegno a bloccare nuovamente le attività in caso di ostacoli alla flottilla riflette la determinazione a non cedere di fronte alle pressioni.
La frase conclusiva, “Oggi si è messo in moto qualcosa, sta a noi dargli gambe e fiato,” incarna la speranza e la responsabilità condivisa di alimentare il movimento, trasformando l’indignazione in azione concreta e sostenuta.

La lotta per la giustizia palestinese si riaccende, alimentata dalla resilienza di un popolo e dalla solidarietà di chi crede in un mondo più equo.

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