Genova, scontri tra manifestanti e forze dell’ordine: feriti e danni.

Sabato sera, a Genova, un confronto tra manifestanti antifascisti e forze dell’ordine ha degenerato in episodi di violenza che hanno lasciato un segno di tensione e preoccupazione nella città.
L’evento, originariamente concepito come una protesta contro un aperitivo organizzato da Casapound nella loro sede in via Montevideo, si è trasformato in un’escalation di azioni illegali, sfociate in reati di varia natura.

Le accuse che verranno formulate nei confronti dei manifestanti riguardano una gamma ampia di illeciti, che vanno dal danneggiamento aggravato alla resistenza a pubblico ufficiale, passando per accensioni pericolose, lancio di oggetti atti a offendere, travisamento e furto.

Gli oggetti utilizzati per attaccare gli agenti, sottratti in precedenza da un cantiere edile limitrofo, includevano tondini di ferro, sassi e bottiglie, testimoniando la deliberata volontà di ostacolare l’azione delle forze dell’ordine e di provocare danni.

La dinamica degli scontri ha visto circa duecento manifestanti antifascisti fronteggiare le forze dell’ordine, schierate a protezione della sede di Casapound, dove si trovavano una ventina di militanti di estrema destra, alcuni dei quali provenienti da fuori Genova.

I poliziotti, nel tentativo di mantenere l’ordine, sono stati colpiti da diversi oggetti, con conseguenti ferite per otto agenti, benché non gravi (prognosi variabile tra i 7 e gli 8 giorni).
Oltre alle lesioni personali, i danni materiali si sono estesi a quattro veicoli del reparto mobile, una vetrina commerciale e diverse autovetture private.

Attualmente, la Digos è impegnata in un’operazione di identificazione dei partecipanti agli scontri, concentrandosi sul “nucleo duro” dei manifestanti, circa trenta individui, i cui volti, anche se parzialmente oscurati dai travisamenti, risultano familiari agli investigatori.

L’analisi dei filmati acquisiti dalla scientifica e dalle telecamere di sorveglianza sarà cruciale per attribuire con precisione la responsabilità dei singoli reati.

Parallelamente, le indagini, sotto la direzione della dirigente Simona Truppo, mirano a ricostruire la sequenza degli eventi e a verificare la possibile presenza di comportamenti penalmente rilevanti da parte di entrambe le fazioni, compresi i militanti di Casapound, al fine di accertare eventuali provocazioni o azioni che abbiano contribuito all’escalation della violenza.
L’evento ha rappresentato una rottura con il passato, considerando che una manifestazione simile, tenutasi solo due settimane prima, si era conclusa pacificamente.
La notizia era stata comunicata alla Questura due giorni prima tramite email, e l’annuncio era stato ampiamente diffuso sui canali social di Genova Antifascista.
L’imminente protesta, prevista per sabato 13 dicembre, solleva preoccupazioni per la sicurezza pubblica, e le autorità mantengono un elevato stato di allerta, mentre i manifestanti ribadiscono la loro richiesta di chiusura della sede di Casapound.

La situazione evidenzia la necessità di un dialogo costruttivo e di strategie di prevenzione più efficaci per evitare il ripetersi di tali episodi di violenza.

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