Nel cuore del centro storico di Genova, un’operazione mirata della Guardia di Finanza ha portato alla luce un complesso sistema di contraffazione e ricettazione, con un impatto economico stimato in oltre 3,5 milioni di euro.
L’attività, protrattasi per tre mesi, ha visto i “baschi verdi” concentrare i controlli in aree ad alta densità commerciale e pedonale, come i sestieri della Maddalena, Portoria, Prè e Molo, e vie cruciali per il flusso di persone e merci, tra cui via Adua, via Balbi, via Pré, via Gramsci, il Ghetto ebraico, via San Luca e piazza Caricamento.
L’entità del sequestro – più di un milione di articoli – rivela la vastità di un mercato illegale che prospera sfruttando la notorietà di marchi prestigiosi e l’ingegno dei consumatori.
La merce contraffatta spazia da accessori di moda e abbigliamento, che imitano fedelmente i loghi di nomi come Gucci, Louis Vuitton, Nike e Adidas, a dispositivi elettronici, tra cui repliche di auricolari Apple AirPods e smartwatch Apple Watch, fino a cinturini e orologi di lusso riprodotti in maniera rudimentale.
L’utilizzo di materiali di qualità inferiore, pur mirando a ingannare l’acquirente, compromette la sicurezza, come dimostra la scoperta di caricabatterie, cavetteria USB e accessori per smartphone privi della marcatura CE, un requisito essenziale per la protezione dell’utente.
Un elemento particolarmente emblematico dell’operazione è stata l’individuazione di oltre 13.500 “Labubu”, pupazzi da collezione di grande richiesta, diventati fenomeno virale grazie alla promozione di influencer e personaggi pubblici.
La loro presenza in un magazzino genovese, in contrasto con la distribuzione ufficialmente limitata a Milano (negozio monomarca, temporary store della Rinascente) e al sito web del produttore Pop Mart, ha immediatamente insospettito i militari.
Un’attenta analisi ha confermato le evidenti discrepanze rispetto agli originali, portando al sequestro dell’intera partita.
Questa operazione non si limita a reprimere un’attività illegale, ma evidenzia anche una dinamica più ampia: l’evoluzione del mercato della contraffazione, che si adatta rapidamente alle nuove tendenze, sfruttando la popolarità dei prodotti di tendenza e la diffusione dei social media.
Il sequestro di Labubu, in particolare, sottolinea come i prodotti da collezione e i “must-have” del momento siano diventati un obiettivo primario per i contraffattori, pronti a capitalizzare sull’hype e sulla domanda incontrollata.
Oltre al valore economico, l’azione delle Fiamme Gialle ha portato alla segnalazione di sei soggetti alla Camera di Commercio per violazioni amministrative, ha fatto scattare sanzioni per un valore superiore agli 11.000 euro e ha portato alla denuncia di 27 persone per reati di ricettazione e contraffazione, contribuendo a tutelare il mercato legale e a proteggere i consumatori da prodotti potenzialmente pericolosi e da pratiche commerciali sleali.







