L’annullamento delle attività scolastiche a Genova durante l’allerta arancione per maltempo, in netto contrasto con la prosecuzione di eventi pubblici come i cortei commemorativi per Gaza, ha sollevato interrogativi e suscitato malcontento tra i cittadini e le famiglie.
L’ex vicesindaco reggente e capogruppo della lista Vince Genova, Pietro Piciocchi, ha espresso pubblicamente la propria perplessità, evidenziando una disconnessione che appare incongruente e potenzialmente dannosa per la percezione di coerenza nell’azione amministrativa.
La decisione, che ha comportato disagi significativi per i genitori costretti a ripensare improvvisamente le proprie attività lavorative e personali, si è scontrata con la prosecuzione degli eventi dedicati alla causa palestinese.
Questa apparente contraddizione ha alimentato un dibattito aperto sulla gestione delle emergenze e sui criteri che dovrebbero guidare le decisioni in situazioni di rischio, soprattutto quando queste impattano direttamente sulla vita quotidiana dei residenti.
Piciocchi ha formalizzato la sua richiesta di chiarimenti attraverso un’interrogazione presentata al Consiglio comunale, chiedendo alla Giunta Salis di definire in modo trasparente e documentato i parametri che determineranno future decisioni di chiusura delle scuole o di limitazione delle attività pubbliche in caso di allerta meteo.
L’interrogazione mira a garantire che i criteri siano basati su valutazioni oggettive e condivise, privilegiando la salvaguardia della salute e della sicurezza pubblica senza discriminazioni o interpretazioni arbitrarie.
Il caso solleva questioni più ampie relative alla responsabilità della pubblica amministrazione nel bilanciare l’esigenza di garantire la sicurezza con il diritto alla mobilità e alla partecipazione alla vita civile.
Si pone l’interrogativo se, in situazioni di emergenza, sia opportuno applicare standard diversi a seconda della natura dell’evento o del suo significato simbolico, e se la percezione di tali disparità possa minare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
La richiesta di Piciocchi non si limita a una critica puntuale, ma si pone come un invito a una riflessione più ampia sulla necessità di protocolli chiari, condivisi e applicati in modo coerente per la gestione delle emergenze, promuovendo una cultura della trasparenza e della responsabilità che coinvolga tutti gli attori del territorio.
Il dibattito aperto a Genova potrebbe rappresentare un precedente importante per altre città, stimolando una revisione dei processi decisionali e un maggiore coinvolgimento della comunità nella definizione delle strategie di prevenzione e gestione del rischio.