Nel cuore pulsante della Foce, quartiere storico di Genova, è stata smascherata una rete di spaccio che si annidava dietro la facciata di un albergo con accesso tramite self check-in.
Un’indagine meticolosa, scaturita da segnalazioni di attività sospette da parte di residenti attenti al proprio vicinato lungo corso Torino, ha portato i Carabinieri a svelare un sistema complesso e inquietante, che sfruttava la vulnerabilità di un minorenne.
L’inchiesta, condotta con appostamenti mirati e pedinamenti discreti da parte dei militari della Compagnia di Genova Centro, ha ricostruito un modus operandi preciso: clienti occasionali si recavano presso l’albergo, comunicando la propria presenza tramite un segnale convenzionale ai pusher appostati.
A quel punto, il minore, quindici anni, veniva incaricato di effettuare la consegna della sostanza illecita.
Un ruolo degradante e pericoloso, che lo ha visto coinvolto in un’attività criminale con conseguenze potenzialmente devastanti per il suo percorso di crescita.
L’irruzione nella stanza d’albergo, culminata con un’operazione di perquisizione, ha permesso di rinvenire un ingente quantitativo di stupefacenti: 170 grammi di cocaina già confezionata in “pietre”, 700 grammi di hashish, un vasetto contenente residui di resina di hashish e una modesta quantità di marijuana.
La portata della droga sequestrata suggerisce un giro di spaccio ben organizzato e consolidato nel tempo.
L’arresto dei due maggiorenni, rispettivamente diciottenne e ventitreenne, è stato disposto in via cautelare, a seguito delle indagini condotte.
Il minore, tutelato e preso in carico, è stato denunciato e affidato a una comunità specializzata, al fine di garantirgli supporto psicologico e sociale, fondamentali per affrontare le conseguenze di tale esperienza traumatica.
Nel corso dell’operazione, sono stati inoltre identificati e denunciati due acquirenti, sorpresi in possesso di 30 grammi di cocaina.
L’azione del pubblico ministero aggiunto, Federico Manotti, successivamente coadiuvato dalla collega Gabriella Marino, ha portato a richiedere la convalida degli arresti e la custodia in carcere per i due spacciatori maggiorenni.
Le analisi di laboratorio, attualmente in corso, determineranno con precisione il grado di purezza della sostanza sequestrata e permetteranno di quantificare il profitto illecito che l’organizzazione di spaccio avrebbe potuto generare.
Questo caso solleva interrogativi urgenti sulla necessità di rafforzare la prevenzione e la protezione dei minori a rischio, e di contrastare con maggiore efficacia le attività criminali che li sfruttano.