Ondata di calore rossa su Genova: un’emergenza climatica che impatta salute e lavoroGenova e l’intera Liguria si trovano ad affrontare un’emergenza climatica senza precedenti, con l’emissione del bollettino rosso da parte del Ministero della Salute, un segnale di allarme che segnala un rischio elevatissimo per la salute pubblica.
Questo livello di allerta, esteso fino a giovedì, non è un evento isolato, ma l’espressione di una tendenza preoccupante: l’aumento della frequenza e dell’intensità delle ondate di calore, esacerbata dall’elevata umidità che rende la temperatura percepita ancora più insopportabile, come testimoniato dai 45 gradi di “temperatura apparente” registrati a Genova.
Il bollettino rosso non è solo una fotografia della situazione attuale, ma un trigger per l’attivazione di protocolli di emergenza che coinvolgono Asl, ospedali e strutture sociosanitarie.
Questi protocolli mirano a proteggere le fasce più vulnerabili della popolazione – anziani, persone con patologie preesistenti, bambini e individui in condizioni di fragilità – attraverso dimissioni protette, monitoraggio costante e interventi mirati.
L’attenzione è focalizzata sulla prevenzione di eventi avversi legati al colpo di calore, disidratazione e peggioramento delle condizioni di salute croniche.
Massimo Nicolò, Assessore alla Sanità della Regione Liguria, sottolinea l’importanza del monitoraggio continuo, in particolare attraverso i pronto soccorso, sebbene al momento non si siano registrati picchi di afflusso direttamente attribuibili all’ondata di calore.
La prudenza e la consapevolezza rimangono fondamentali, considerando la persistenza del caldo e l’aumento del rischio per la popolazione.
L’appello alla responsabilità individuale è un elemento chiave della strategia di mitigazione: evitare l’esposizione diretta al sole nelle ore più calde, moderare l’attività fisica, idratarsi costantemente con acqua, adottare un’alimentazione adeguata, conservare correttamente i farmaci e, in caso di dubbi o necessità, consultare il proprio medico curante.
Queste azioni, apparentemente semplici, possono fare la differenza nella prevenzione di complicanze.
L’emergenza climatica non si limita all’impatto sulla salute, ma incide significativamente anche sul mondo del lavoro.
Un’analisi capillare dei comuni liguri rivela che la stragrande maggioranza ha superato le soglie di rischio, determinando l’attivazione di misure protettive.
L’ordinanza regionale, estesa fino al 2025, introduce un divieto di lavoro all’aperto in settori cruciali come l’edilizia, l’agricoltura e il florovivaismo durante le ore più calde (dalle 12:30 alle 16:00), in base ai dati forniti dalla mappa del rischio climatico di Worklimate.
Questa misura rappresenta un tentativo di conciliare la necessità di mantenere l’attività economica con la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, esposti a condizioni di lavoro estreme.
La situazione attuale non è un caso isolato, ma un campanello d’allarme che richiede un ripensamento delle politiche di adattamento ai cambiamenti climatici, investimenti in infrastrutture resilienti, promozione di comportamenti responsabili e un impegno collettivo per ridurre le emissioni di gas serra.
La salute pubblica e la sostenibilità economica del territorio dipendono dalla nostra capacità di affrontare questa sfida con determinazione e lungimiranza.