Un’ombra di precarietà si allunga su Genova, una città che, pur custodendo un patrimonio culturale e paesaggistico inestimabile, assiste a una crescente erosione del benessere economico per una quota significativa della sua popolazione.
I dati più recenti, elaborati dalla Caritas Diocesana sulla base delle interazioni con le persone che si rivolgono ai centri di ascolto vicariali, dipingono un quadro allarmante: una persona su quattro versa in condizioni di vulnerabilità economica, mentre quasi il dieci per cento rinuncia, con conseguenze potenzialmente gravi, alle necessarie cure mediche a causa di ristrettezze finanziarie.
Nel corso del 2024, i servizi di prossimità della Caritas hanno accolto oltre 4.500 persone, un numero che riflette l’intensificarsi delle difficoltà.
La composizione di questo gruppo eterogeneo rivela una sproporzione di genere: la maggioranza (56%) sono donne, spesso gravate da responsabilità familiari e dal peso di lavori a basso salario.
L’età media si concentra tra i 35 e i 55 anni (47%), una fascia anagrafica che dovrebbe essere nel pieno della propria produttività e stabilità, ma che invece si trova a lottare per sopravvivere.
Un dato particolarmente preoccupante è la presenza del 24% di giovani sotto i 35 anni, giovani che si vedono negare le opportunità di un futuro dignitoso fin dall’inizio del percorso lavorativo.
La precarietà economica non è più appannaggio esclusivo dei disoccupati; si estende a una crescente fetta di lavoratori, intrappolati in un circolo vizioso di bassi salari, contratti precari e spese in costante aumento.
La casa e la sanità emergono come i principali fattori di impoverimento, elementi essenziali per la dignità umana che, per molti, si trasformano in pesanti oneri finanziari.
Si segnala inoltre la difficoltà di anziani soli, spesso privi di reti di supporto familiare, che si trovano a fronteggiare non solo problemi economici, ma anche una profonda solitudine.
La denuncia della Caritas è un grido d’allarme: i redditi disponibili per una parte sempre più ampia della popolazione genovese si rivelano insufficienti a garantire un tenore di vita accettabile.
Il lavoro, riconosciuto come pilastro della Repubblica e via di accesso alla partecipazione sociale e alla costruzione del futuro, rischia di trasformarsi in una fonte di angoscia e insicurezza.
Per rispondere a questa emergenza, Caritas Genova, in collaborazione con la CEF Commissione Emergenze Famiglia, la FAU Fondazione Anti Usura S.
Maria del Soccorso, ACLI e Società Operaie Cattoliche, ha lanciato il “Progetto Rut-Fondati sul lavoro”.
L’iniziativa si propone di offrire un duplice supporto: un aiuto economico concreto e, soprattutto, un ponte di solidarietà che metta in relazione chi è in difficoltà con chi è disposto ad offrire una mano.
Il progetto mira a sostenere non solo la sopravvivenza, ma a restituire dignità e speranza a coloro che, pur lavorando, si trovano sull’orlo dell’indigenza, offrendo un’occasione per ricostruire un futuro più stabile e sicuro.







