Nel cuore della notte, il liceo scientifico Leonardo da Vinci di Genova è stato teatro di un atto di profondo irruenza, un’offesa diretta alla libertà di pensiero e alla sacralità della formazione.
Un gruppo di individui, il cui volto rimane oscurato da un’ideologia aberrante, ha forzato l’accesso all’edificio, interrompendo la pacifica occupazione studentesca che si era sviluppata in un clima di dialogo e ricerca culturale.
L’irruzione, accompagnata da grida inneggianti a un regime storico di oppressione e violenza, ha lasciato una scia di distruzione: aule vandalizzate, vetri infranti, e muri imbrattati da simboli che evocano un passato di intolleranza e negazione dei diritti.
L’atto non si limita alla mera devastazione materiale; esso mira a intimidire, a seminare paura e a soffocare la voce degli studenti che, con coraggio e impegno civile, avevano scelto la scuola come luogo di incontro, di apprendimento e di crescita democratica.
Le forze dell’ordine, comprensive di personale della Polizia, del Digos e della Scientifica, sono immediatamente intervenute per garantire la sicurezza del luogo e avviare le indagini per identificare i responsabili di questo atto gravissimo.
Fortunatamente, l’iniziativa violenta non ha causato feriti tra gli studenti, testimonianza della loro determinazione a mantenere una forma di protesta pacifica e costruttiva.
L’episodio solleva interrogativi profondi sulla salute della democrazia e sulla persistenza di ideologie intolleranti all’interno della società.
Come sottolinea con giusta preoccupazione il consigliere Simone Leoncini, la scuola dovrebbe essere un baluardo della cittadinanza, un luogo dove si coltiva il pensiero critico e si promuovono i valori della convivenza civile.
La violazione di questo principio fondamentale richiede una risposta unitaria e determinata da parte di tutta la comunità genovese e nazionale.
È imperativo che le istituzioni, le associazioni civiche, gli insegnanti e gli studenti stessi si uniscano per sostenere la Leonardo da Vinci e tutti coloro che credono in un futuro fondato sul rispetto, la legalità e la libertà di espressione.
Non possiamo permettere che l’odio e la violenza abbiano la meglio sulla ragione e sulla speranza.
Questa vicenda non è un episodio isolato, ma un campanello d’allarme che ci invita a vigilare costantemente, a educare alle diversità e a difendere con forza i valori della Costituzione italiana.
La riappropriazione dello spazio scolastico e la rivendicazione della libertà di pensiero sono ora più che mai un dovere civico inderogabile.








