Nel cuore di Palazzo Tursi, un gesto simbolico ha segnato una pietra miliare nell’evoluzione del diritto di famiglia a Genova: il riconoscimento ufficiale, da parte del Comune, della doppia maternità per alcuni bambini nati da coppie di donne. Un atto formalizzato con la firma della sindaca Silvia Salis, preceduto da un impegno preso in occasione del Liguria Pride e sostenuto dalla sentenza n. 68 della Corte Costituzionale del 2025, un punto di svolta che ha ridefinito i confini dell’interpretazione costituzionale in materia di filiazione.La sentenza della Corte Costituzionale non rappresenta un’eccezione, ma piuttosto un’applicazione coerente dei principi fondamentali di tutela dei diritti e di garanzia dell’interesse superiore del minore. Il provvedimento si rivolge, in particolare, a famiglie che hanno costruito il proprio progetto genitoriale attraverso percorsi di procreazione medicalmente assistita all’estero, sottolineando la necessità di un approccio inclusivo e rispettoso delle diverse forme di famiglia.La sindaca Salis ha enfatizzato come l’azione amministrativa non costituisca un atto di rottura, bensì un adempimento di un obbligo giuridico, un atto di coerenza con l’evoluzione sociale e con i valori di uguaglianza e rispetto che animano la comunità genovese. Ha respinto ogni tentativo di strumentalizzazione politica, denunciando la tendenza a creare divisioni artificiali su temi delicati come il diritto alla famiglia e il benessere dei minori. “Non permetterò che si faccia politica sulla pelle dei bambini e sull’amore delle famiglie,” ha affermato, esprimendo un profondo senso di responsabilità e di empatia.L’atto di Genova non è un evento isolato. Il Comune di Savona aveva già compiuto un passo simile nel 2023, dimostrando come l’interpretazione costituzionalmente orientata della normativa in materia di filiazione fosse già percorribile. L’assessore Emilio Robotti ha aggiunto un elemento cruciale: l’inerzia passata, il mancato riconoscimento di questi diritti, non derivava da limiti giuridici, bensì da scelte politiche, mascherate da prudenza. L’interpretazione prevalente, supportata da solida dottrina e da diverse procure, aveva sempre indicato l’interesse prevalente del minore come fattore determinante, aprendo la strada a scelte diverse da quelle effettivamente implementate fino ad allora.Questo riconoscimento non solo colma una lacuna legislativa, ma proietta una luce sulla necessità di un dibattito pubblico più maturo e informato, capace di superare pregiudizi e stereotipi. Il gesto del Comune di Genova rappresenta un passo avanti verso una società più inclusiva e rispettosa delle diverse forme di famiglia, un luogo in cui ogni bambino possa crescere sentendosi amato, protetto e riconosciuto, indipendentemente dalla configurazione genitoriale che lo ha generato. La decisione sottolinea come il diritto di famiglia sia un campo in continua evoluzione, guidato dal principio fondamentale di tutelare il benessere e i diritti dei minori, garantendo loro pari opportunità e un futuro sereno.
Genova, svolta storica: il Comune riconosce la doppia maternità.
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