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giovedì 13 Novembre 2025

Granchio Blu nel Tigullio: Allarme Invasione nel Mar Ligure

L’avanzata del granchio reale blu (Callinectes sapidus) nel Mar Ligure, e in particolare nel Tigullio, rappresenta una sfida ecologica e socio-economica di notevole portata.
L’insorgere del problema, già segnalato con preoccupazione dai pescatori dell’Adriatico, si concretizza oggi con segnalazioni regolari e in aumento lungo la costa monegasca, sestrilevante e lavagnese, indicando un’espansione rapida e potenzialmente irreversibile.
La presenza di questa specie, riconosciuta a livello internazionale come una delle cento più invasive e dannose per gli ecosistemi marini, solleva questioni complesse.

La sua capacità riproduttiva, con una singola femmina in grado di rilasciare un numero impressionante di uova – si stima oltre un milione – amplifica esponenzialmente il rischio di una proliferazione incontrollata.
Questo fenomeno è aggravato dalle mutate condizioni ambientali, come l’aumento della temperatura delle acque, che favoriscono la sua sopravvivenza e sviluppo anche in aree precedentemente inospitali.
L’impatto ecologico del Callinectes sapidus è multifattoriale.
La sua dieta onnivora e opportunistica lo porta a predare con voracità molluschi bivalvi come vongole e cozze, elementi cruciali per la biodiversità e per le attività di pesca locali.

La sua presenza altera significativamente le dinamiche dell’ecosistema, mettendo a rischio la sopravvivenza di altre specie e modificando la struttura delle comunità marine.

Non solo: le sue potenti chele, destinate a spezzare gusci e a competere per le risorse, rappresentano una minaccia diretta anche per le attrezzature dei pescatori, in particolare le reti da posta, che vengono frequentemente danneggiate.

Oltre all’impatto ambientale, l’arrivo del granchio reale blu pone interrogativi sulle attività di pesca e sull’economia locale.
Mentre la sua carne è apprezzata in diverse cucine, il suo impatto negativo sulle risorse ittiche tradizionali, e i costi associati alla gestione della sua diffusione, rischiano di superare i benefici derivanti dalla sua commercializzazione.
La situazione richiede un approccio integrato, che comprenda monitoraggio costante, ricerca scientifica per comprendere meglio le dinamiche di questa invasione, e la sperimentazione di strategie di controllo biologico e tecnologico, mirate a limitare la sua diffusione senza compromettere ulteriormente l’ecosistema marino.

La collaborazione tra pescatori, ricercatori, amministrazioni locali e nazionali si rivela essenziale per affrontare questa sfida complessa e proteggere il Mar Ligure da un’invasione biologica potenzialmente devastante.

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