L’era dell’Intelligenza Artificiale presenta alla nostra società un bivio cruciale, un momento di profonda trasformazione che richiede una risposta consapevole e proattiva.
Non si tratta di una sfida isolata, bensì di un fenomeno sistemico che ridefinisce i confini del possibile, con implicazioni che spaziano dall’economia alla politica, dalla cultura all’etica.
La Sindaca di Genova, Silvia Salis, durante la Leopolda, ha lucidamente evidenziato la necessità di affrontare questa rivoluzione con coraggio, sottolineando come la normativa, anche a livello nazionale, sia destinata a rimanere costantemente aggiornata, inseguendo un’evoluzione tecnologica intrinsecamente esponenziale.
La difficoltà primaria non risiede tanto nella regolamentazione in sé, quanto nella nostra capacità di anticipare le potenzialità dell’IA, un orizzonte spesso nebbioso e in continua ridefinizione.
La storia, come sempre, offre lezioni preziose: la resistenza al progresso si è rivelata, invariabilmente, un percorso di marginalizzazione e declino.
Il rischio non è solo economico, ma anche culturale e identitario.
Rifiutare l’IA significherebbe rinunciare a opportunità di crescita, innovazione e benessere collettivo, condannando il nostro Paese a un ruolo passivo in un mondo sempre più interconnesso e guidato da tecnologie avanzate.
Tuttavia, l’adesione al progresso non deve essere acritica.
È fondamentale che la digitalizzazione, e in particolare l’implementazione dell’IA, sia orientata al servizio del bene comune, rafforzando la democrazia e avvicinando i cittadini agli strumenti di partecipazione.
I sindaci, come rappresentanti del territorio e custodi della comunità, hanno un ruolo primario in questo processo.
Devono agire come mediatori tra le nuove tecnologie e le esigenze della popolazione, garantendo che l’innovazione sia inclusiva, trasparente e responsabile.
La sfida, quindi, non è solo tecnologica, ma anche etica e sociale.
È necessario promuovere un dibattito pubblico ampio e informato, che coinvolga esperti, politici, imprenditori e cittadini, per definire i valori e i principi che devono guidare lo sviluppo e l’utilizzo dell’IA.
Dobbiamo interrogarci su come l’IA può contribuire a risolvere le sfide che affliggono il nostro Paese, dalla lotta alla povertà alla tutela dell’ambiente, dalla sanità all’istruzione.
Solo attraverso un approccio olistico e partecipativo potremo garantire che l’era dell’IA sia un’opportunità di crescita e progresso per tutti.
L’investimento in competenze digitali, la promozione della ricerca scientifica e lo sviluppo di infrastrutture tecnologiche avanzate sono elementi imprescindibili per affrontare questa trasformazione epocale e plasmare un futuro più equo e sostenibile.