Nascosto tra la fitta vegetazione che abbraccia le alture di Genova, in una delle più isolate aree di San Desiderio, un uomo di 51 anni ha tentato per tre mesi di eludere la giustizia.
La sua latitanza, un ingegnoso tentativo di sottrarsi a una condanna definitiva di due anni e nove mesi, è terminata con un avvistamento casuale, frutto della passione di alcuni escursionisti che frequentano i sentieri del territorio.
L’uomo, gravato da accuse di ricettazione e furti in abitazione, aveva scelto come rifugio un rudere, un box in lamiera arrugginito, dimenticato nel cuore di Pomà, una frazione montanara ligure afflitta da un profondo spopolamento.
L’area, nonostante l’abbandono, conserva un fascino selvaggio, offrendo percorsi di trekking ambiti da chi cerca un contatto autentico con la natura.
La scelta del luogo non è casuale: la sua posizione remota, l’impervieto del percorso di accesso – che richiedeva addirittura di guadare un piccolo corso d’acqua – lo rendevano un nascondiglio difficile da raggiungere e, di conseguenza, da scoprire.
Le indagini, avviate in seguito alla segnalazione degli escursionisti, hanno portato gli agenti del commissariato Foce-Sturla a imboccare un sentiero impervio, addentrandosi nella vegetazione intricata.
La scoperta del box abbandonato, celato alla vista, ha segnato la fine della sua evasione.
All’interno, l’uomo si trovava in condizioni di precarietà, in compagnia di un cane sofferente, anch’esso vittima dell’isolamento e delle difficoltà.
L’animale è stato immediatamente affidato ai volontari della Croce Gialla, per ricevere le cure necessarie e garantire un futuro più dignitoso.
L’uomo, identificato e rintracciato, è stato arrestato in seguito alla conseguente verifica con le autorità giudiziarie, che avevano emesso un ordine di cattura nel mese precedente, a seguito di un decreto firmato dalla procuratrice Arianna Ciavattini.
Questo episodio solleva interrogativi sulla capacità di elusione, sull’efficacia dei sistemi di controllo e sulla fragilità delle comunità montane, spesso abbandonate e vulnerabili, che possono involontariamente offrire rifugio a chi cerca di sottrarsi alla giustizia.
L’evento rappresenta inoltre un campanello d’allarme per la protezione del benessere animale e la necessità di garantire una maggiore attenzione alle aree marginali del territorio.







