Il Rendiconto di Bilancio 2024 della Regione Liguria ha superato l’esame di conformità della Corte dei Conti regionale, ottenendo il parere favorevole con una significativa riserva, focalizzata su una questione finanziaria complessa e di lunga data: la cartolarizzazione di Arte del 2011.
Questa operazione, ideata e implementata dall’amministrazione guidata da Raffaele Burlando, rappresentò un tentativo di alleggerire il peso di un debito sanitario preesistente e considerevole, attraverso la cessione di crediti futuri derivanti da opere d’arte.
La riserva espressa dagli organi di controllo evidenzia un punto critico nella gestione finanziaria regionale che persiste nel tempo.
La Corte dei Conti ha ribadito, con fermezza, che la Regione Liguria non ha mai formalmente contabilizzato l’operazione come un’assunzione di debito nel proprio bilancio consolidato.
Questo aspetto solleva interrogativi rilevanti in termini di trasparenza contabile e di correttezza nella rappresentazione della situazione finanziaria dell’ente.
La cartolarizzazione di Arte, sebbene nata con l’intento di risolvere un’emergenza debitoria, si è rivelata un nodo intricato che continua a generare discussioni e approfondimenti.
La sua natura giuridica e contabile è oggetto di interpretazioni divergenti, con implicazioni che si estendono oltre la semplice valutazione del rendiconto di bilancio.
In particolare, l’assenza di una registrazione formale come debito ha determinato una distorsione nella percezione del reale livello di indebitamento della Regione, rendendo più difficile una corretta pianificazione finanziaria a lungo termine.
L’azione della Corte dei Conti non si limita a una mera constatazione di un’irregolarità.
Essa impone un obbligo alla Regione di procedere a una revisione approfondita della gestione finanziaria, al fine di chiarire lo status giuridico e contabile della cartolarizzazione di Arte, e di adottare le misure correttive necessarie per garantire la piena conformità alle normative vigenti.
Questo processo potrebbe comportare la rivalutazione delle passività, l’aggiornamento dei sistemi contabili e, potenzialmente, l’adozione di nuove politiche di gestione del debito.
La vicenda, inoltre, pone l’attenzione su un tema più ampio: la necessità di una maggiore trasparenza e responsabilità nella gestione delle risorse pubbliche.
Operazioni complesse come la cartolarizzazione di Arte richiedono una governance solida e una comunicazione efficace, al fine di evitare ambiguità e interpretazioni errate.
La decisione della Corte dei Conti rappresenta un monito per le amministrazioni regionali, sottolineando l’importanza di una gestione finanziaria prudente e responsabile, orientata al benessere della collettività e alla sostenibilità nel tempo.
La questione rimane aperta e richiederà un costante monitoraggio da parte degli organi di controllo e un impegno concreto da parte della Regione per chiarire definitivamente la situazione e prevenire il ripetersi di situazioni simili in futuro.