Il Documento di Programmazione Economica e Finanziaria regionale (DPEF) si presenta come un’occasione mancata, un’occasione per delineare una traiettoria strategica per la Liguria che, a detta dell’opposizione, si rivela affievolita da una visione miope e da un’esecuzione prevalentemente tecnica.
La Giunta Bucci, secondo il consigliere regionale Federico Romeo, ha disatteso le istanze provenienti dalla minoranza, producendo un documento carente di una reale programmazione pluriennale e di impegni concreti.
L’assenza di una visione organica per la Liguria si manifesta con particolare evidenza nella mancanza di un piano di investimenti strutturato, declinato a livello provinciale con cronoprogrammi dettagliati e specifiche allocazioni di risorse.
La critica centrale ruota attorno alla necessità di una Regione proattiva, capace di definire priorità e indirizzi, piuttosto che limitarsi a una gestione emergenziale e reattiva.
Si rimprovera alla Giunta la mancanza di chiarezza circa i progetti futuri, i tempi di realizzazione, le fonti di finanziamento e, soprattutto, l’impatto previsto sui diversi territori liguri.
Due settori cruciali, sanità e trasporti, emergono come aree di profonda inadeguatezza.
La sanità, flagellata da liste d’attesa sempre più lunghe e da un cronico deficit di personale, viene tangenzialmente affrontata, senza proporre soluzioni strutturali per il rilancio della medicina territoriale e per l’ottimizzazione dei servizi.
Il trasporto pubblico, essenziale per la connettività e la coesione sociale, è oggetto di un silenzio inquietante, privo di un piano organico per l’integrazione tra mobilità su gomma e su rotaia, per il potenziamento del trasporto pubblico locale nelle aree interne e per la promozione di una mobilità sostenibile, in linea con le sfide ambientali del XXI secolo.
L’opposizione sottolinea come il DPEF si concentri su iniziative di vetrina e proclami, trascurando le reali esigenze della popolazione.
La mancanza di una valutazione rigorosa delle politiche pubbliche implementate in precedenza, ovvero una sezione dedicata alla valutazione ex-post, rappresenta una grave lacuna.
È imprescindibile analizzare l’efficacia degli interventi passati, individuare i punti di forza e le debolezze, e trarre insegnamenti per il futuro.
Domande fondamentali come “quali politiche hanno generato risultati positivi?”, “quali hanno fallito?”, e “quali aree richiedono un intervento correttivo?” rimangono senza risposta.
Il documento, dunque, non offre una visione complessiva delle performance regionali, né strumenti per migliorare la governance e l’efficienza della spesa pubblica.
L’auspicio è che, in futuro, il DPEF possa evolvere in uno strumento di pianificazione strategica, capace di orientare le politiche regionali verso obiettivi di sviluppo sostenibile, inclusione sociale e miglioramento della qualità della vita per tutti i cittadini liguri.
La trasparenza, la partecipazione e la responsabilizzazione devono diventare i pilastri di un processo di programmazione economica e finanziaria che sappia rispondere alle reali esigenze del territorio e garantire un futuro prospero per la Liguria.