giovedì 24 Luglio 2025
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Liguria, epicentro della criminalità organizzata nei porti italiani.

La Liguria si conferma, nel 2024, una regione particolarmente vulnerabile all’infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto economico portuale, con diciotto casi rilevati che la posizionano al primo posto a livello nazionale.
Questo dato, emerso dalla recente analisi di “Navigare Libera”, un’iniziativa trentennale volta a stimolare la partecipazione civile nella lotta alle mafie, riflette una problematica radicata e complessa che affligge il sistema portuale italiano.
L’incidenza della criminalità all’interno dei porti italiani, sebbene apparentemente contenuta, mostra un’inquietante tendenza alla crescita.
Nel corso del 2024 si sono registrati 115 episodi, un aumento del 4,5% rispetto all’anno precedente.
Questo incremento coinvolge un numero crescente di porti, salito a 30, evidenziando un’espansione delle attività illecite.
Il porto di Livorno, con 16 episodi, precede Genova e Bari, ma la distribuzione geografica dei crimini rivela una capillare diffusione del fenomeno in tutto il Paese.
L’analisi di “Libera” del porto di Genova svela la natura multiforme del business criminale.

Il traffico di merce contraffatta, proveniente prevalentemente dalla Cina, si conferma la principale fonte di guadagno per le organizzazioni criminali (sette casi).
Parallelamente, il traffico di stupefacenti, in particolare cocaina, continua a rappresentare una risorsa significativa (due casi).

Un aspetto allarmante è rappresentato dal traffico illecito di rifiuti speciali provenienti dall’Ecuador, un esempio di come la criminalità si adatti a sfruttare nuove vie per massimizzare i profitti, disprezzando le normative ambientali e la salute pubblica.
La Liguria, con diciotto casi, precede Toscana, Puglia e Campania nella classifica delle regioni più colpite, suggerendo una vulnerabilità strutturale che necessita di un’indagine approfondita.

La tendenza al ribasso della sicurezza portuale è ulteriormente confermata dai dati relativi al triennio 2022-2024, che registrano 365 eventi criminali, con il 2022 come anno di picco (140 eventi).
Questa escalation della criminalità ha interessato 42 porti italiani, di cui 32 considerati strategici a livello nazionale.

I porti di Genova e Livorno, che da soli rappresentano il 20% del totale degli eventi criminali, emergono come punti focali di questa emergenza.
L’analisi delle relazioni della Direzione Nazionale Antimafia e della Direzione Investigativa Antimafia, estendentesi dal 1994 al 2023, documenta l’attività di 109 clan che hanno operato in contesti sia legali che illegali, infiltrandosi in 69 porti italiani.
Questo fenomeno, pervasivo e radicato, testimonia la necessità di un approccio multidisciplinare e di una collaborazione sinergica tra istituzioni, forze dell’ordine, operatori economici e società civile per contrastare efficacemente l’infiltrazione criminale e proteggere la legalità nel sistema portuale italiano.
Il rischio è quello di compromettere non solo l’economia, ma anche la reputazione e la sicurezza del Paese.

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