La recente pubblicazione dei dati INAIL, aggiornati al 30 aprile 2025, proietta un’ombra cupa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, in particolare in Liguria. Gli otto decessi registrati nella regione rappresentano un incremento allarmante rispetto all’anno precedente, un dato che sottolinea l’urgenza di un intervento radicale e non più rimandabile. Queste vittime si aggiungono a un quadro nazionale drammatico, con 291 morti sul lavoro nei soli primi quattro mesi del 2025, un numero che trascende la semplice statistica per configurarsi come una vera e propria emergenza sociale.Le parole del Segretario Generale della CGIL Liguria, Maurizio Calà, esprimono un sentimento diffuso di frustrazione e indignazione. Le cerimonie commemorative, le promesse di rafforzamento degli ispettorati e le dichiarazioni di circostanza appaiono ormai insufficienti di fronte a una realtà così cruda. È imperativo che politica e impresa siano confrontate con la gravità della situazione, smettendo di tollerare questa inaccettabile perdita di vite umane.Il referendum abrogativo in programma per domenica e lunedì offre una preziosa opportunità di incidere concretamente sulle politiche di salute e sicurezza sul lavoro. La mobilitazione popolare, l’impegno attivo di ogni cittadino, si rivelano elementi cruciali per promuovere un cambiamento legislativo significativo. L’indifferenza e la passività non sono più un’opzione percorribile.L’analisi dettagliata dei dati, curata dal responsabile dell’Ufficio Economico CGIL Genova e Liguria, Marco De Silva, rivela una situazione ancora più complessa. Oltre ai decessi, si registra un incremento preoccupante degli infortuni (5.892 nei primi quattro mesi) e, soprattutto, un aumento significativo delle malattie professionali (780), con una crescita del 23,4% rispetto alle rilevazioni precedenti. Questo dato evidenzia come la prevenzione non si limiti alla sola tutela da infortuni immediati, ma debba abbracciare una visione più ampia, che tenga conto degli effetti a lungo termine sulla salute dei lavoratori, spesso invisibili e sottovalutati.Le malattie professionali, infatti, rappresentano una sfida complessa da affrontare, richiedendo investimenti in prevenzione primaria, monitoraggio costante e un’adeguata formazione del personale. Spesso, queste patologie derivano da esposizioni prolungate a sostanze nocive, da posture scorrette, da ritmi di lavoro insostenibili e da una generale mancanza di attenzione all’ergonomia degli ambienti di lavoro.Il voto “sì” ai referendum sul lavoro non è un semplice gesto simbolico, ma un atto di responsabilità civica, un segnale forte a favore di un futuro più sicuro e dignitoso per tutti i lavoratori. È un’occasione per rivendicare il diritto alla salute, alla prevenzione, alla formazione e alla tutela, pilastri fondamentali di un modello di sviluppo sostenibile e socialmente responsabile. È un appello a costruire un Paese in cui il valore della vita umana sia sempre prioritario rispetto a qualsiasi interesse economico.
Liguria, INAIL Shock: 8 Morti sul Lavoro, Emergenza Sicurezza.
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