La Liguria si posiziona come una delle regioni italiane con la più alta concentrazione di studenti non italiani nel sistema scolastico, un dato che solleva interrogativi significativi sull’integrazione e l’equità nell’accesso all’istruzione.
Secondo i recenti dati raccolti da Save the Children, quasi un sesto degli studenti, dalla scuola dell’infanzia fino alla scuola secondaria di secondo grado, non possiede la cittadinanza italiana, un fenomeno che riflette le dinamiche migratorie e le sfide complesse legate all’inclusione.
A livello nazionale, l’Emilia-Romagna e la Lombardia guidano la classifica, con percentuali di studenti non italiani rispettivamente al 18,4% e al 17,1%.
La Liguria segue a breve distanza, attestandosi al 15,8%, un dato che denota una forte presenza di background migratorio nel tessuto sociale regionale.
Altre regioni come il Veneto e la Toscana presentano percentuali comparabili, mentre Molise, Puglia, Campania e Sardegna si distinguono per una minore incidenza di studenti non italiani.
Nelle scuole liguri, il numero di studenti con cittadinanza non italiana ammonta a 28.828 unità, con una distribuzione eterogenea tra i diversi ordini di scuola.
La fascia di età più giovane, quella della scuola dell’infanzia, registra una percentuale elevata di studenti non italiani (17,9%), seguita dalle scuole primarie (18,9%).
Nelle secondarie di primo grado la percentuale si attesta al 16,1%, mentre nelle secondarie di secondo grado scende al 12%, suggerendo possibili percorsi di abbandono o di integrazione più avanzati.
Il quadro che emerge non è solamente una fotografia numerica, ma un campanello d’allarme.
Save the Children sottolinea come la scuola, che dovrebbe rappresentare un motore di riscatto sociale e di opportunità, per molti studenti con background migratorio si trasformi in un percorso costellato di ostacoli.
Ritardi scolastici, dispersione scolastica e un elevato tasso di abbandono compromettono il futuro di migliaia di bambini e adolescenti, minando il potenziale umano e perpetuando disuguaglianze strutturali.
L’analisi dell’accesso all’istruzione superiore, basata sui dati Istat relativi all’anno accademico 2022-2023, evidenzia un divario significativo tra la popolazione studentesca italiana e quella straniera senza cittadinanza.
Solo il 3,9% degli studenti universitari residenti in Italia appartiene a questa categoria, un dato che riflette le difficoltà incontrate nel percorso formativo e le barriere che ostacolano l’accesso all’istruzione superiore.
Regioni come il Piemonte, la Liguria e l’Emilia-Romagna si distinguono per una maggiore presenza di studenti universitari stranieri, sebbene le percentuali siano ancora limitate.
Questo scenario complessivo richiede un’azione concertata a livello nazionale e regionale, con investimenti mirati a politiche di integrazione scolastica, supporto linguistico e programmi di tutoraggio, al fine di garantire a tutti gli studenti, indipendentemente dalla loro provenienza, pari opportunità di successo scolastico e di realizzazione personale.
La scuola deve diventare un vero e proprio ponte verso l’integrazione, un luogo dove ogni bambino e adolescente possa costruire il proprio futuro.