Alle ore 12:00, la Liguria si è risvegliata per esprimere il proprio voto in occasione dei cinque Referendum in programma, segnando un’affluenza iniziale del 9,23% degli elettori aventi diritto, come comunicato dal Ministero dell’Interno. Questa partecipazione, pur se modesta nelle prime ore, costituisce un indicatore preliminare dell’interesse che la cittadinanza dimostra verso le complesse questioni poste dalla consultazione popolare.L’analisi delle singole province rivela una distribuzione geografica disomogenea. Genova, cuore pulsante della regione, si distingue con un’affluenza del 10,13%, suggerendo un’attenta osservanza delle tematiche referendarie e una maggiore propensione alla partecipazione democratica tra i suoi residenti. Al contrario, Imperia, affacciata sulla Francia e con una composizione socio-economica peculiare, registra la percentuale più bassa, attestandosi al 6,39%. Questa differenza potrebbe riflettere fattori legati alla distanza culturale, all’interesse verso le questioni politiche nazionali o a specifiche dinamiche locali.La Spezia e Savona, province con caratteristiche economiche e sociali differenti, mostrano un’affluenza in linea con la media regionale, rispettivamente all’8,9%. È significativo notare come queste differenze locali, apparentemente marginali, possano condensare dinamiche più ampie legate al rapporto tra i cittadini e le istituzioni, alla percezione dell’importanza del voto e alla fiducia nel processo democratico.L’affluenza di queste prime ore, benché parziale, offre un’istantanea del quadro partecipativo e invita a una riflessione più approfondita sulle cause che la influenzano. Oltre ai fattori geografici e socio-economici, è plausibile che il clima politico generale, la chiarezza delle informazioni fornite ai cittadini e la percezione della rilevanza delle questioni referendarie abbiano contribuito a plasmare il comportamento degli elettori liguri. Il resto della giornata di voto sarà cruciale per determinare l’andamento finale e l’esito della consultazione popolare.