La recente seduta del Consiglio Regionale della Liguria si è trasformata in un campo di scontro ideologico, generando un’accesa polemica attorno all’osservanza di un minuto di silenzio per commemorare il secondo anniversario degli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023.
L’iniziativa, apparentemente di natura formale e di cordoglio, si è rivelata un detonatore di tensioni latenti, mettendo a confronto visioni radicalmente diverse sulla natura del conflitto israelo-palestinese e sulle responsabilità in gioco.
La decisione di onorare le vittime dell’attacco ha provocato l’immediata reazione di dissociazione da parte dei consiglieri delle liste Orlando, del Movimento 5 Stelle e di Avs, che hanno abbandonato l’aula in segno di profondo dissenso.
La loro protesta non deriva da una mancanza di rispetto verso il dolore delle vittime israeliane, ma da una percezione di strumentalizzazione politica, di un gesto volto a celare, o quantomeno a minimizzare, il contesto storico e le conseguenze devastanti che hanno caratterizzato i decenni trascorsi da quell’evento.
La prospettiva di questi gruppi consiliari evidenzia come l’attacco di Hamas rappresenti, a loro avviso, un punto di svolta in una spirale di violenza che si protratte da tempo.
La risposta militare israeliana, intensificata con una ferocia ritenuta sproporzionata, è interpretata come una prosecuzione di una politica di aggressione, caratterizzata da bombardamenti indiscriminati, distruzioni sistematiche, assedi punitivi e, secondo alcune interpretazioni, configurabili come genocidio della popolazione palestinese, sotto gli occhi, e con la tacita approvazione, della comunità internazionale.
La discussione, già iniziata con un ordine del giorno di routine, ha subito un’inaspettata escalation, sfociando in un acceso confronto sui regolamenti interni e mettendo a dura prova la capacità di mediazione del capogruppo del Partito Democratico, Armando Sanna.
Il capogruppo della Lista Orlando, Gianni Pastorino, ha sottolineato come l’omissione di commemorazioni simili negli anni precedenti, sollevi interrogativi sulla coerenza e sulla genuinità dell’iniziativa.
Il presidente della Regione, Marco Bucci, in un gesto percepito come tentativo di soffocare il dissenso, ha chiesto al presidente dell’assemblea, Stefano Balleari, di impedirgli di prendere la parola, provocando una risposta pungente da parte di Pastorino.
Il presidente dell’assemblea, nel suo annuncio della commemorazione, aveva espresso solidarietà alle vittime e ai loro familiari, riconoscendo al contempo il dolore e le sofferenze del popolo palestinese, vittima a sua volta delle azioni di Hamas.
Tuttavia, questa apparente equilibrio non è stato sufficiente a placare le tensioni.
L’apice del caos si è raggiunto quando il consigliere di Forza Italia, Angelo Vaccarezza, ha accusato il gruppo del Partito Democratico di essersi alzato solo al menzionamento del “popolo palestinese”, innescando una reazione a catena che ha portato all’abbandono dei lavori da parte dell’intera opposizione e alla conseguente sospensione della seduta.
L’episodio riflette una profonda frattura nella rappresentanza politica regionale, incarnando la complessità e la delicatezza del conflitto israelo-palestinese e la difficoltà di trovare un linguaggio condiviso che possa onorare le vittime di ogni parte, senza cadere in strumentalizzazioni o silenzi complici.
La seduta si è conclusa non con un momento di lutto condiviso, ma con un’esacerbazione delle divergenze ideologiche e una profonda incrinatura nel tessuto della coesione politica.