Un’iniziativa di ampio respiro e di significativo impatto sociale prende forma in Liguria, grazie a un investimento di oltre un milione di euro stanziato dal Ministero della Giustizia sotto la guida del Ministro Carlo Nordio.
Questa operazione non si configura come un mero atto di erogazione di fondi, ma come l’avvio di un ecosistema di supporto mirato a favorire la reale riabilitazione e il reinserimento nella società di individui che hanno subito condanne o che sono prossimi alla conclusione del percorso detentivo.
Il progetto, che nasce dalla sinergia tra il Ministero e la Regione Liguria, guidata dal Presidente Marco Bucci, e coordinato dalla Dott.
ssa Gabriella De Stradis, direttore generale per il coordinamento delle politiche di coesione, rappresenta un passo avanti verso un modello di giustizia riparativa e orientato alla seconda possibilità.
L’obiettivo primario è quello di smantellare le barriere che ostacolano la transizione dalla detenzione alla vita libera.
Questo implica non solo l’offerta di percorsi formativi mirati, volti a fornire competenze spendibili nel mercato del lavoro, ma anche la creazione di un solido sistema di supporto abitativo.
La residenzialità assistita temporanea si presenta come una soluzione cruciale per coloro che, altrimenti, si troverebbero privi di un tetto, impedendo loro l’accesso a misure alternative alla detenzione o a sanzioni sostitutive.
Questa componente abitativa è concepita come un ponte verso l’autonomia, offrendo un ambiente sicuro e strutturato in cui ricostruire la propria esistenza.
L’intervento si articola in due direttrici principali: il potenziamento delle infrastrutture esistenti, con un focus sul miglioramento funzionale degli spazi dedicati alla formazione e all’inclusione socio-lavorativa, e la creazione di nuove opportunità abitative.
L’iniziativa non si limita a fornire risorse economiche, ma promuove attivamente la costruzione di reti collaborative tra enti pubblici, associazioni del terzo settore, cooperative sociali e aziende locali.
Questo approccio integrato è essenziale per garantire la sostenibilità e l’efficacia degli interventi, creando un sistema di supporto capillare e personalizzato.
Il progetto si inserisce nel più ampio Piano “Una Giustizia più inclusiva: inclusione socio-laborativa delle persone sottoposte a misura penale”, un’iniziativa nazionale che mira a ripensare il sistema penale italiano, orientandolo verso un approccio più umano e orientato alla riabilitazione.
Il piano riconosce che la semplice punizione non è sufficiente a prevenire la recidiva e che un vero cambiamento richiede un impegno concreto nella reintegrazione sociale e lavorativa degli individui che hanno commesso reati.
L’iniziativa ligura costituisce quindi un banco di prova significativo, un laboratorio di buone pratiche che potrà ispirare altre iniziative a livello nazionale, contribuendo a costruire una giustizia più equa, inclusiva e orientata al futuro.
Il successo dell’operazione dipenderà dalla capacità di creare un vero cambiamento culturale, rompendo con stereotipi e pregiudizi e offrendo a queste persone la possibilità di ricostruire la propria vita e di tornare a essere cittadini attivi e responsabili.