La procura di Genova ha avviato un’indagine complessa e delicata, focalizzata su presunte lacune e negligenze all’interno dell’istituto penitenziario di Marassi, in relazione alle gravissime violenze subite da un detenuto di diciotto anni. L’evento, che ha innescato una successiva rivolta detentiva, solleva interrogativi profondi sulla sicurezza, la vigilanza e il rispetto dei diritti fondamentali all’interno del sistema carcerario.Le accuse riguardano non solo agenti di polizia penitenziaria, ma anche i livelli di responsabilità apicali, i quali avrebbero omesso controlli e procedure essenziali per la tutela della sicurezza e dell’integrità fisica del giovane. La vittima, ascoltata dal pubblico ministero Luca Scorza Azzarà, ha descritto un’escalation di violenza iniziata domenica 1° e protrattasi per almeno due giorni, con aggressioni fisiche e psicologiche di estrema durezza, tra cui l’utilizzo di olio bollente per infliggere ustioni.La narrazione del detenuto rivela un quadro allarmante: per un periodo significativo, le aggressioni sarebbero passate inosservate alla sorveglianza, nonostante l’impatto fisico fosse evidente. Solo l’aggravarsi delle condizioni del giovane, al punto da rendere evidente l’urgenza di soccorso, avrebbe portato gli aggressori stessi a segnalare la situazione, attribuendola a una presunta autolesionismo. Il trasferimento d’urgenza all’ospedale San Martino e l’allertamento del pubblico ministero sono intervenuti solo in questa fase critica.La vicenda pone in luce una seria violazione del regolamento penitenziario, che impone controlli quotidiani nelle celle, con particolare attenzione per i detenuti a riposo. Questi controlli, pensati per monitorare lo stato di salute e prevenire situazioni di pericolo, sarebbero stati evidentemente insufficienti o elusi. La domanda che gli inquirenti si pongono, e che l’indagine dovrà chiarire, è se e perché tali controlli siano stati omessi o manipolati, e chi ne sia responsabile.L’indagine si avvarà di un’analisi approfondita delle registrazioni delle telecamere di sorveglianza, unitamente alla revisione della documentazione clinica e amministrativa relativa al detenuto. Si intende accertare non solo le responsabilità dirette legate alle aggressioni, ma anche le eventuali carenze strutturali e procedurali che hanno permesso che una situazione del genere si verificasse. La gravità degli eventi e la necessità di garantire la trasparenza e la legalità del processo giustiziano un’indagine che mira a fare luce su dinamiche complesse e potenzialmente sistemiche all’interno del sistema penitenziario.
Marassi, Genova: Indagine sulla violenza in carcere e negligenze
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