venerdì 3 Ottobre 2025
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Genova

Mediterraneo: Genova appella al Governo per la flottiglia umanitaria.

La situazione nel Mediterraneo orientale, dinanzi alle coste della Striscia di Gaza, desta profonda inquietudine e richiede un’azione diplomatica urgente.

La sindaca di Genova, Silvia Salis, segue con crescente apprensione gli sviluppi della missione “Global Sumud Flotilla”, un’iniziativa umanitaria volta a portare aiuti essenziali a una popolazione che affronta una crisi umanitaria di proporzioni drammatiche.
L’abbordaggio, con le conseguenze che ne derivano, da parte delle forze israeliane a membri di questa missione, costituisce una grave violazione del diritto internazionale, un atto che incrina i principi fondamentali che regolano le relazioni tra gli stati e proteggono i civili in contesti di conflitto.

La sindaca Salis, esprimendo il cordoglio e la solidarietà verso i partecipanti alla missione, in particolare verso i due cittadini genovesi, José Nivoi e Pietro Queirolo Palmas, lancia un appello solenne al Governo italiano.
Si richiede con forza alla Farnesina e al Ministro Vicepremier Antonio Tajani di attivare ogni strumento diplomatico a disposizione, esercitando pressioni a livello internazionale per garantire l’incolumità immediata dei membri della flottiglia e per favorire il loro rapido ritorno in Italia.
L’azione diplomatica non si può limitare alla mera richiesta di chiarimenti, ma deve concretizzarsi in un impegno attivo volto a prevenire ulteriori escalation e a tutelare i diritti umani dei partecipanti alla missione.
La missione “Global Sumud Flotilla” rappresenta un atto di coraggio e di impegno civile, un tentativo di superare il blocco e di portare un segnale di speranza in un territorio martoriato.

La sindaca Salis, ribadendo il pieno sostegno a questa iniziativa umanitaria, sottolinea l’importanza di un approccio improntato alla pace e alla non violenza.
Mentre la mobilitazione popolare e le manifestazioni di solidarietà si intensificano, è fondamentale che queste si svolgano nel rispetto della legalità e del dialogo costruttivo, evitando qualsiasi forma di provocazione o di escalation.
La vicenda solleva questioni complesse riguardanti il diritto alla solidarietà umanitaria, la responsabilità degli stati nel garantire l’accesso agli aiuti, e i limiti della sovranità nazionale di fronte a crisi umanitarie globali.
La comunità internazionale è chiamata a un’azione coordinata per garantire il rispetto del diritto internazionale, per promuovere soluzioni pacifiche e per alleviare le sofferenze di una popolazione che necessita urgentemente di aiuto.

Il silenzio o l’inerzia non sono opzioni percorribili.

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