sabato 16 Agosto 2025
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Morandi, 10 anni dopo: memoria, responsabilità e futuro.

Questa cerimonia non è solo un ricordo, ma una riflessione impellente, un monito inciso nella memoria collettiva italiana.

Il crollo del Ponte Morandi, più di un evento catastrofico, ha aperto una ferita profonda nel tessuto sociale ed economico del nostro Paese, una ferita che richiede una cura costante e un’analisi critica per evitare che la stessa sorte colpisca altre infrastrutture e altre comunità.

Il mio personale coinvolgimento, in quanto viceministro del governo Conte 1 nel giorno stesso della nomina, amplifica il peso emotivo e la gravità di questa commemorazione.

Assistere, in prima persona, alla distruzione di un’arteria vitale, alla perdita di vite umane e alla devastazione di famiglie, ha segnato profondamente la mia visione del ruolo istituzionale e la mia dedizione al miglioramento delle condizioni del nostro Paese.
L’episodio Morandi ha messo a nudo una realtà scomoda: la cronica obsolescenza di una parte significativa del patrimonio infrastrutturale italiano.

Come molte nazioni europee, abbiamo eretto pilastri fondamentali per lo sviluppo economico e la connessione sociale durante il Medioevo e, con ancora maggiore intensità, nel periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale.
Tuttavia, l’evoluzione tecnologica, i nuovi modelli di rischio e le mutate esigenze sociali hanno reso imprescindibile un processo di revisione e adeguamento radicale.
L’introduzione di normative più stringenti in materia di concessioni e di stabilità delle opere d’arte fisse, il potenziamento delle agenzie di controllo e l’incremento delle attività di manutenzione rappresentano passi fondamentali in questa direzione.
È innegabile che tali interventi comportino disagi e rallentamenti, ma essi sono un prezzo necessario per garantire la sicurezza dei cittadini e prevenire tragedie simili.

Il delicato equilibrio da perseguire risiede nella capacità di conciliare le legittime esigenze delle imprese private, che necessitano di un ritorno sull’investimento, con l’imperativo della sicurezza pubblica.
Questo implica un sistema di controlli rigorosi, una trasparenza assoluta e una collaborazione sinergica tra tutti gli attori coinvolti.
L’attesa di una sentenza definitiva da parte della magistratura è cruciale per fornire una base solida su cui fondare future scelte legislative.
È imperativo accertare con precisione le responsabilità che hanno contribuito al disastro e individuare gli accorgimenti legislativi necessari per evitare che errori analoghi si ripetano.

La ricerca della verità e l’applicazione della giustizia non sono solo un dovere verso le vittime e i loro familiari, ma anche un atto di responsabilità verso l’intera collettività.
Il Morandi ci ha insegnato che la memoria non è un peso, ma una bussola che indica la direzione per un futuro più sicuro e resiliente.

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