La tragica vicenda del crollo del Ponte Morandi, un evento che ha segnato profondamente il 14 agosto 2018, si concentra, durante la requisitoria del pm Walter Cotugno, su un difetto strutturale che va oltre la mera negligenza: la persistente e sistemica violazione del principio della tempestività. L’accusa, nel processo che coinvolge 57 imputati, non si limita a contestare la mancata manutenzione, ma evidenzia come un sistema di responsabilità viziato abbia impedito l’attuazione di interventi urgenti e necessari per garantire la sicurezza dell’opera.La requisitoria, un percorso complesso che si protrarrà per diversi mesi, mira a delineare il quadro di un’organizzazione afflitta da una pericolosa inerzia, alimentata dalla frammentazione delle responsabilità e da una logica di delega implicita. Il pm Cotugno, con chiarezza, sottolinea che chi detiene una posizione di garanzia, gravato dell’obbligo di agire prontamente, non può legittimamente presumere che un altro soggetto, successivo, si occuperà del problema. Questa assunzione, una forma di delegittimazione del proprio ruolo, ha contribuito a creare un vuoto di controllo e a rimandare decisioni cruciali.L’obbligo cautelare, pilastro fondamentale della gestione di infrastrutture complesse, è stato disatteso. Il pm Cotugno insiste sul fatto che, in presenza di anomalie rilevanti, anche in assenza di dati completi, l’azione preventiva era obbligatoria. La prudenza, in questi casi, imponeva misure drastiche, quali la chiusura temporanea o la limitazione del traffico, a tutela della sicurezza pubblica. La ricostruzione dei fatti si concentrerà ora sulle responsabilità individuali all’interno della struttura, analizzando come le dinamiche interne abbiano contribuito a perpetuare questa cultura dell’inerzia. La requisitoria, con un approccio metodologico rigoroso, intende svelare le dinamiche di potere, le omissioni, le valutazioni errate e le decisioni dilatorie che hanno portato alla catastrofe, ponendo l’accento non solo sulle azioni (o la loro assenza) dei singoli imputati, ma anche sulle fallacie del sistema di controllo e di gestione dell’opera. L’obiettivo ultimo è quello di accertare come un difetto apparentemente minore – la mancata tempestività – possa aver amplificato un rischio, trasformandolo in una tragedia con un bilancio terribile.
Morandi: La Requisitoria Accusa un Sistema di Inerzia Fatale
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