giovedì 14 Agosto 2025
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Genova

Morandi, sette anni dopo: un impegno per la memoria e il futuro.

In un momento di profonda riflessione, rivolgo le più sentite scuse da parte delle istituzioni per il protratto tempo di attesa, un ritardo che comprendiamo acuisce il vostro dolore, la vostra angoscia.

Questo è il cuore del mio discorso, in occasione di questa solenne commemorazione, il settimo anniversario della tragedia del Ponte Morandi, una ferita ancora aperta nel tessuto della nostra comunità.

Non si tratta solo di commemorare il passato, ma di onorare la memoria delle vittime e di trarre insegnamenti profondi per il futuro.
Vi esorto, a ciascuno di voi, che oggi siete qui, che visiterete questo memoriale, a coltivare incessantemente la capacità di interrogare, di smuovere le coscienze, di richiedere conto alle istituzioni.

Non accontentatevi di risposte superficiali; esigete trasparenza, responsabilità, la piena consapevolezza che le azioni compiute oggi avranno ripercussioni che si estenderanno per decenni, trent’anni o più.
Saremo chiamati a rendere conto di queste conseguenze, di fronte al Paese e, soprattutto, di fronte a noi stessi, di fronte alla nostra coscienza.
Ringrazio il Presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, per il suo impegno costante e per il lavoro svolto, non solo in quei giorni drammatici, ma anche nel percorso di ricostruzione e di elaborazione del lutto.
Rivolgendo le mie parole ai familiari delle vittime, voglio sottolineare un concetto fondamentale: la memoria non è un fardello individuale, un peso da sopportare in solitudine.
È una responsabilità condivisa, un impegno collettivo.
Come sindaca di questa città, insieme alla mia giunta, ci assumiamo la responsabilità di custodire questa memoria, non come un elemento statico del passato, ma come un motore di cambiamento, un catalizzatore di riflessioni profonde.
La memoria, se autentica, deve provocare.
Deve generare dubbi, stimolare domande scomode, spingere a confrontarsi con le proprie responsabilità.

Per le istituzioni, queste domande possono risultare spiacevoli, a volte inaccettabili, ma sono domande a cui dobbiamo rispondere con la massima onestà intellettuale e con la massima trasparenza.
Dobbiamo essere pronti a mettere in discussione le nostre procedure, a rivedere le nostre strategie, a cambiare rotta se necessario.

La vostra presenza qui, oggi, è un atto di coraggio, un atto di speranza.
Mantenere viva la memoria significa continuare a costruire insieme un futuro più sicuro, più giusto, più umano.

Significa imparare dagli errori del passato, per evitare di ripeterli.

Significa onorare la memoria delle vittime, non solo con parole, ma con azioni concrete.

Un impegno che richiede vigilanza costante, partecipazione attiva e un profondo senso di responsabilità civica.

Il vostro esempio è la guida per una Genova resiliente, capace di trasformare il dolore in opportunità di crescita e di progresso.

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