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sabato 25 Ottobre 2025

Padre Melis condannato: shock in Liguria, una ferita profonda.

La comunità genovese e l’intera Liguria sono state scosse da una sentenza che segna una profonda ferita nel tessuto religioso e civile: padre Andrea Melis, figura di spicco nel panorama educativo cattolico ligure, ex direttore di una scuola elementare e precedentemente a capo della Federazione delle scuole cattoliche primarie e secondarie della Liguria, è stato condannato a dieci anni di reclusione per violenza sessuale aggravata su un minore, un chierichetto di soli dodici anni.
La decisione, emessa in via definitiva dal Tribunale di Savona in seguito a un rito abbreviato, getta una lunga ombra sulle istituzioni ecclesiastiche e riapre il dibattito cruciale sulla protezione dei minori all’interno di contesti di fede.
L’arresto di padre Melis, avvenuto nell’agosto del 2024, aveva già suscitato sconcerto e sgomento, preceduto da una serie di accuse che coinvolgevano abusi su diversi minori.
Subito dopo la sua detenzione, la Curia aveva disposto la sua sospensione a vita, riconoscendo la gravità delle accuse.
Le indagini, condotte con rigore dai Carabinieri di Genova, hanno portato alla luce un quadro inquietante, con accuse particolarmente pesanti emerse dal savonese, dove il religioso ricopriva il ruolo di parroco.

La sentenza del giudice Laura De Dominicis non si limita alla condanna detentiva, ma si configura come un atto di massima severità, dettato dalla necessità di tutelare l’incolumità dei minori e di ristabilire un senso di fiducia nelle istituzioni.
Oltre alla pena detentiva, il giudice ha disposto l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, precludendo a Melis qualsiasi possibilità di ricoprire incarichi nelle scuole, in qualsiasi ordine e grado, o in qualsiasi altra struttura, pubblica o privata, frequentata prevalentemente da minori.
Questa misura, di ampia portata, testimonia la volontà del tribunale di sbarrare ogni via d’accesso per il religioso in contesti a rischio.
Nel corso del processo, Melis ha partecipato a un percorso di riabilitazione specifico per sex offender, svolto in una comunità dell’Umbria.
Tuttavia, la gravità dei reati commessi comporta un ulteriore giudizio, quello del tribunale ecclesiastico, che dovrà valutare le implicazioni a livello canonico e stabilire eventuali sanzioni aggiuntive, in linea con le norme del diritto canonico.
Il caso Melis solleva questioni complesse e dolorose: la responsabilità delle istituzioni ecclesiastiche nella prevenzione e nella gestione di situazioni di abuso, l’importanza di creare ambienti sicuri e protettivi per i minori, e la necessità di un dialogo aperto e trasparente tra la Chiesa e la società civile.

La sentenza rappresenta un punto di svolta, un monito a vigilare costantemente e a non tollerare alcuna forma di violenza o abuso nei confronti dei più vulnerabili.
Il processo di ricostruzione della fiducia e di riparazione del danno sarà lungo e difficile, ma la giustizia, seppur tardiva, è stata fatta.

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