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lunedì 10 Novembre 2025

Paganini: Fede, Politica e un’Eredità Controcorrente

L’Eredità di un Genio: Il Caso Paganini tra Fede, Politica e MemoriaGiovedì prossimo, la Società di Letture e Conversazioni Scientifiche di Palazzo Ducale a Genova ospiterà la presentazione de “L’affaire Paganini”, un’opera edita da SEdM che illumina un episodio complesso e affascinante della storia italiana del XIX secolo.

L’evento, aperto al pubblico, vedrà la partecipazione degli autori – Mariateresa Dellaborra, Roberto Iovino, Nicole Olivieri e Danilo Prefumo – e di un panel di esperti: Giacomo Montanari (storico e assessore alla cultura del Comune di Genova), Enrico Paroletti (presidente della Società di Letture Scientifiche), padre Mauro De Gioia (direttore dei beni culturali della Curia di Genova) e Raffaella Ponte (storica del Risorgimento e già direttrice del Museo Mazziniano).

Il libro svela per la prima volta una collezione inedita di documenti, frutto di una ricerca meticolosa condotta tra Genova, Parma, Torino e Nizza, arricchita da un manoscritto privato, che ricostruisce il percorso travagliato che portò, dopo tredici anni dalla morte, all’accoglienza della salma di Paganini nel cimitero del Gaione.
La vicenda si innescò con la morte del celebre violinista, avvenuta il 27 maggio 1840 a Nizza.

Il vescovo Galvano, con un atto che suscitò scompiglio e polemiche, proibì la sepoltura del musicista in terreno consacrato.
L’accusa infamante era di mancato adempimento dei doveri religiosi e rifiuto della confessione.

Questa decisione non rimase confinata nell’ambito religioso, ma ebbe immediate ripercussioni nel piano politico e sociale.

Iniziò così una serrata corrispondenza diplomatica tra Nizza, Torino e Genova, che coinvolse persino il re Carlo Alberto.

La corte torinese temeva ondate di malcontento a Genova e, di conseguenza, la notizia della morte di Paganini fu diffusa con estrema cautela, omettendo qualsiasi riferimento al veto vescovile.
Gli amici più cari di Paganini si coalizzarono attorno al giovane figlio, Achille, allora quindicenne, impegnandosi nella raccolta di prove a sostegno della condotta morale e religiosa del musicista, per contrastare le accuse di monsignor Galvano.

Emersero dettagli significativi: le precarie condizioni di salute di Paganini, costretto a un isolamento quasi totale a causa dell’afonia e della sua limitata mobilità, la sua generosità testamentaria, i concerti a beneficio dei più bisognosi, l’attenzione che dedicò all’educazione morale del figlio.

La liberazione dalla stigmatizzazione ecclesiastica fu un processo lungo e complesso, che richiese tre processi giudiziari.

Nel 1844, mentre la salma imbalsamata era già stata trasferita dal Casino di Val Polcevera, proprietà dei Paganini, tre giudici sinodali, nominati dal papa, smentirono punto per punto le accuse formulate dalla Chiesa di Nizza, autorizzando finalmente la sepoltura a Parma.

Achille Paganini si impegnò a far costruire un cimitero sui possedimenti di famiglia a Gaione, e solo nel 1853 il genio musicale poté trovare degna sepoltura.
Un ultimo trasloco ebbe luogo nel 1876, con il trasferimento definitivo della salma nel Cimitero di Parma.
“L’affaire Paganini” non è solo la ricostruzione di una vicenda burocratica e religiosa, ma anche un’indagine sulla percezione del genio, sul rapporto tra arte e fede, e sul potere delle immagini e delle voci che plasmano la memoria collettiva.

Il libro offre una prospettiva inedita sulla storia di un’epoca, illuminando i conflitti e le tensioni che caratterizzarono il Risorgimento italiano.

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