L’inchiesta sulle esplosioni che hanno colpito le petroliere *Seajewel* e *Seacharm* al largo delle coste liguri si infittisce, intrecciandosi con le indagini tedesche sull’attentato ai gasdotti Nord Stream.
La Procura di Genova, guidata dal procuratore Nicola Piacente e dalla sostituta Monica Abbatecola, ha delegato alla Digos l’acquisizione di informazioni su Serhii K.
, cittadino ucraino arrestato in provincia di Rimini con l’accusa di coinvolgimento nei danneggiamenti ai Nord Stream da parte delle autorità federali tedesche.
Questo sviluppo indica un’escalation dell’indagine e suggerisce possibili collegamenti tra i due eventi.
L’attentato alla *Seajewel*, avvenuto nel febbraio scorso a circa 20 miglia al largo di Savona, ha provocato danni significativi alla nave, pur evitando una catastrofe ambientale grazie alla resilienza delle camere di sicurezza contenenti il petrolio.
Le esplosioni, avvenute in rapida successione durante la notte di San Valentino, hanno destato allarme e immediatamente portato all’apertura di un fascicolo di indagine per naufragio, aggravato dall’ipotesi di attentato terroristico.
L’attenzione si è concentrata sull’identificazione dei responsabili e sulla ricostruzione delle dinamiche dell’evento, considerando l’ipotesi di un atto di sabotaggio perpetrato da soggetti filoucraini.
Questa pista investigativa si basa sulla circostanza che la *Seajewel* era stata precedentemente associata a operazioni di elusione delle sanzioni internazionali, in particolare relative all’embargo sulle risorse energetiche russe, operando all’interno di un contesto di “flotte fantasma” che gestiscono il commercio di petrolio al di fuori dei canali ufficiali.
Le indagini hanno rivelato che il carico della *Seajewel* era di origine algerina, mentre la nave gemella, *Seacharm*, giunta in Liguria pochi giorni dopo, trasportava petrolio proveniente dalla Libia.
Questa diversità di origine del petrolio potrebbe rivelarsi un elemento cruciale per ricostruire le rotte commerciali e identificare i possibili mandanti dell’attentato.
L’analisi dei resti degli ordigni utilizzati ha portato a ipotizzare l’utilizzo di mine Limpet, o “a patella”, tipicamente fissate alle navi tramite magneti e contenenti esplosivo T.
N.
T.
Questa valutazione si basa anche sulle indagini condotte dalle autorità greche relative all’attentato alla *Seacharm*, la nave gemella della *Seajewel*, rafforzando la convergenza delle piste investigative e suggerendo la possibilità di un modus operandi comune.
Le indagini in corso, ora arricchite dalla collaborazione con le autorità tedesche e dall’acquisizione di informazioni su Serhii K.
, si propongono di svelare la complessità di questa vicenda, che si inserisce in un contesto geopolitico delicato, segnato da tensioni internazionali e dalla guerra in Ucraina, e che solleva interrogativi cruciali sulla sicurezza delle infrastrutture energetiche strategiche in Europa.
L’obiettivo primario è accertare la verità, identificare i responsabili e comprendere le motivazioni alla base di questi atti, contribuendo a prevenire futuri episodi simili.