L’ultima tornata di udienze del processo per la tragedia del Ponte Morandi, il 14 agosto 2018, che ha causato la perdita di 43 vite umane, si è conclusa con le dichiarazioni delle parti civili.
Un momento cruciale, che prelude alla fase delle arringhe difensive, fissata per il 9 dicembre, e che si preannuncia lunga, potendo protrarsi fino a marzo del prossimo anno.
La drammatica vicenda, segnata da un collasso inatteso e da profonde responsabilità, vede coinvolti 57 imputati, tra dirigenti, tecnici e amministratori, chiamati a rispondere di accuse gravissime quali omicidio colposo plurimo e disastro colposo.
Le testimonianze delle parti civili, rappresentate dalle organizzazioni sindacali CGIL e CISL, dai membri del Comitato Zona Arancione e dai dipendenti di Amiu, hanno contribuito a delineare il quadro del dolore e della rabbia collettiva, amplificando il peso emotivo del processo.
Una proposta significativa è stata avanzata dalle difese, mirata a ottimizzare la trattazione delle posizioni degli imputati.
L’idea è di procedere per aree tematiche, organizzando gli interventi difensivi in base alle richieste di pena formulate dai pubblici ministeri Walter Cotugno e Marco Airoldi.
Si intende così, iniziare con gli imputati per i quali sono state avanzate richieste di condanna meno severe, per poi giungere a quelle più rilevanti, culminando con la posizione dell’ex amministratore delegato di Autostrade, Giovanni Castellucci.
Questa strategia, se accolta dal collegio giudicante, potrebbe permettere una migliore comprensione delle dinamiche e delle responsabilità individuali.
La calendarizzazione delle prossime udienze, inizialmente fissata a tre a settimana, potrebbe subire una temporanea intensificazione, salendo a quattro in alcune occasioni.
Questa decisione, pur con l’obiettivo di accelerare il processo, dovrà tenere conto della complessità della vicenda e della necessità di garantire a tutte le parti coinvolte la possibilità di presentare adeguatamente le proprie argomentazioni.
I primi 15 imputati saranno discussi nel periodo compreso tra il 9 e il 17 dicembre, segnando l’inizio di una fase cruciale per la giustizia e per la ricerca della verità sulla tragedia del Ponte Morandi.
Il processo, oltre ad essere una questione legale, rappresenta un atto di memoria e di riconoscimento del dolore delle famiglie delle vittime, e la sua conclusione sarà un passo fondamentale verso la ricostruzione della fiducia nel futuro.








