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mercoledì 5 Novembre 2025

Ponte San Ludovico: Rimossa l’opera di Pistoletto, tra memoria e confine.

Il valico di Ponte San Ludovico, cerniera tra l’Italia e la Francia in prossimità di Ventimiglia, è stato teatro di un atto simbolico e complesso: la rimozione dell’opera “Terzo Paradiso” di Michelangelo Pistoletto, un’installazione che per anni aveva assunto il ruolo di memoriale silenzioso per le vite spezzate nel tentativo di oltrepassare il confine.
L’aiuola, un assemblaggio di massi disposti in cerchi concentrici, non era solo un’opera d’arte, ma un luogo di memoria, segnato da lapidi e testimonianze tangibili del dramma migratorio che ha costantemente attraversato la regione.

L’opera, concepita nel 2017 dall’artista come espressione di accoglienza e di superamento delle barriere fisiche e ideologiche, si collocava in un contesto geografico e umano profondamente segnato.
Il valico, crocevia di percorsi migratori complessi e spesso disperati, è stato per anni il palcoscenico di tragedie umane, di speranze infrante e di sogni spezzati.

“Terzo Paradiso” ambiva a trasformare un luogo di confine, tradizionalmente percepito come limite e separazione, in uno spazio di connessione e di umanità.

La sua disattivazione, inquadrata nel più ampio progetto di Anas per la riqualificazione e il rifacimento della “porta” d’Italia, solleva interrogativi profondi sul rapporto tra arte, memoria, identità nazionale e gestione dei flussi migratori.

Sebbene l’amministrazione comunale di Ventimiglia, guidata dal sindaco Flavio Di Muro, abbia manifestato la volontà di preservare alcune testimonianze del transito dei migranti anche a seguito dei lavori di ristrutturazione, la rimozione dell’opera di Pistoletto ha innescato un dibattito sulla necessità di onorare la memoria delle vittime e di promuovere una cultura dell’accoglienza.
Parallelamente, la situazione infrastrutturale del valico rimane precaria.
Nonostante i lavori in corso e l’annuncio di chiusura al traffico pesante a partire dal 3 novembre, il traffico veicolare sull’Aurelia continua a fluire, seppur con limitazioni.
La prossimità di una chiusura della frontiera, legata alla messa in sicurezza dell’ultima galleria prima del confine, genera incertezza e disagi.

Le interlocuzioni tra le autorità italiane e francesi mirano a mitigare l’impatto di tali interventi, consapevolezza della cruciale importanza di garantire la fluidità dei collegamenti tra i due paesi.
L’evento trascende la mera questione infrastrutturale o artistica; esso riflette la complessità di una regione di confine, costantemente esposta a flussi migratori, sfide economiche e dinamiche geopolitiche intricate.
La scomparsa di “Terzo Paradiso” evoca una riflessione più ampia sulla responsabilità collettiva di fronte alla sofferenza umana e sulla necessità di costruire ponti, anziché muri, per un futuro di convivenza pacifica e solidarietà.

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