Davanti al Palazzo di Giustizia di Genova, e in parallelo ad assemblee spontanee del personale amministrativo, si è manifestata la crescente frustrazione dei lavoratori della giustizia, innescata da una mobilitazione nazionale indetta dalle sigle sindacali Fp Cgil, Uil Pa e Usb Pi. La protesta, estesa a diverse città italiane, è un chiaro segnale di allarme per il futuro del sistema giudiziario e per la dignità dei suoi operatori.Il fulcro della contestazione risiede nella parziale e insufficiente risposta alle richieste di stabilizzazione del personale precario, una forza lavoro essenziale che, con l’avvento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), è stata temporaneamente assunta per alleviare il carico di lavoro degli uffici giudicanti, afflitti da un arretrato di procedimenti. Lungi dall’essere semplici ausiliari, questi lavoratori si sono rapidamente integrati nelle funzioni vitali del tribunale, supplendo alle carenze dovute al pensionamento del personale storico e svolgendo compiti complessi come la gestione dei processi e l’assistenza legale.La proposta di stabilizzare solo una frazione di questo capitale umano rappresenta, a detta dei sindacati, un errore strategico e una profonda ingiustizia. Si stima che a livello nazionale siano circa 12.000 i precari della giustizia, con un numero significativo concentrato nei tribunali e nelle corti d’appello liguri. La stabilizzazione parziale rischia di lasciare a casa migliaia di persone, spesso giovani e con competenze specialistiche, dopo aver investito tempo ed energie nella formazione e nell’apprendimento delle procedure.La mancata valorizzazione del personale precario non è solo una questione di diritti dei lavoratori, ma anche una seria minaccia per l’efficienza e la qualità del servizio giustizia. L’assenza di un adeguato investimento in risorse umane implica un aumento del carico di lavoro per il personale a tempo indeterminato, incrementando il rischio di burnout e compromettendo la capacità di garantire tempi ragionevoli per la risoluzione delle controversie.Le sigle sindacali non escludono l’escalation dello scontro, paventando uno sciopero dei dipendenti pubblici come misura estrema per far sentire la propria voce e ottenere risposte concrete. La protesta si configura, dunque, come un appello urgente al governo e alle istituzioni affinché si prenda a cuore la questione della stabilizzazione del personale della giustizia, riconoscendone il valore imprescindibile per il corretto funzionamento del sistema giudiziario e per il rispetto dei diritti dei lavoratori. Si tratta di un investimento non solo sociale, ma anche economico, capace di rafforzare l’immagine dell’Italia e di garantire un accesso alla giustizia equo e tempestivo per tutti i cittadini. Il rischio, altrimenti, è quello di una giustizia a due velocità, inefficiente e vulnerabile, con conseguenze negative per l’intera società.
Precariato Giustizia: Proteste e Rischio Sciopero in Liguria
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