L’udienza conclusiva dell’arringa difensiva di Ciro Grillo, affidata all’avvocato Ernesto Monteverde, ha segnato la fase più intensa del processo che vede imputati quattro giovani accusati di violenza sessuale di gruppo.

Il tribunale di Tempio Pausania si appresta ora a riprendere i lavori venerdì 11 e sabato 12 luglio, con una data aggiuntiva fissata per lunedì 14, in un calendario serrato che anticipa la discussione delle repliche e, potenzialmente, l’emissione della sentenza.

L’intervento di Monteverde ha ampliato e approfondito la linea difensiva tracciata dal collega, ponendo l’accento non solo sulla presunta inattendibilità della testimonianza principale, ma anche sul contesto più ampio che la circonda.

La tesi difensiva non si limita a contestare la veridicità delle accuse, ma solleva interrogativi significativi sull’affidabilità del racconto offerto, suggerendo una discrepanza tra le dichiarazioni e le azioni effettive della denunciante.
Si evidenzia una potenziale tendenza a fornire resoconti imprecisi, esacerbata da difficoltà intrinseche nell’esprimere consensi e rifiuti, come confermato da perizie specialistiche.

Un elemento cruciale della difesa ha riguardato l’analisi delle conversazioni digitali dei quattro imputati.
Sebbene sia stata riconosciuta la presenza di linguaggio inappropriato e potenzialmente offensivo, la difesa ha esteso l’attenzione alle comunicazioni della stessa denunciante con le amiche, individuando un tono sprezzante e denigratorio nei confronti dei ragazzi, spesso accompagnato da una rappresentazione superficiale e disincantata della sessualità.
Questo elemento, secondo la difesa, suggerisce una visione complessivamente distorta del contesto relazionale.

L’avvocato ha esplicitamente messo in discussione la stessa richiesta di condanna, sostenendo che non siano sufficienti elementi probatori per giustificare una tale decisione.
Il collegio giudicante è stato esortato a considerare il peso psicologico che grava sugli imputati, giovani appena maggiorenni, e a valutare con estrema cautela le accuse mosse.

In relazione al capo d’imputazione B, riguardante le fotografie a sfondo sessuale della seconda ragazza, la difesa ha riconosciuto l’opportunità di un episodio sgradevole, ma ha sottolineato l’assenza di contatto fisico e di qualsiasi atto sessuale.
Pertanto, si è ribadita la richiesta di assoluzione per entrambi i capi di imputazione, ritenendo che le prove non siano sufficienti a dimostrare la sussistenza dei reati contestati.

La difesa ha puntato ad evidenziare una sostanziale mancanza di elementi che possano sostenere l’accusa di violenza sessuale e di gruppo.