mercoledì 3 Settembre 2025
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PSA, allarme in Liguria e Piemonte: nuovi focolai e numeri in aumento

La situazione epidemiologica relativa alla Peste Suina Africana (PSA) continua a destare preoccupazione in Liguria e Piemonte, con un quadro complesso che riflette la sfida di contenere un virus altamente contagioso e persistente.

L’aggiornamento dei dati, comunicato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale (IZS) di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta al 31 agosto, evidenzia un’intensificazione della presenza del virus, in particolare in Liguria.
Due nuove rilevazioni positive, localizzate rispettivamente a Cicagna, portando il numero di casi in quel comune a quattro, e a Serra Riccò, dove si consolidano 26 positività, hanno innalzato il totale regionale a 1.144 casi accertati.

Questi numeri, seppur allarmanti, devono essere contestualizzati all’interno di una più ampia strategia di sorveglianza e controllo che coinvolge diverse aree geografiche.

In Piemonte, il numero dei contagi riscontrati in cinghiali rimane stabile a 790 unità.

Questo dato suggerisce che, nonostante gli sforzi profusi, la popolazione di cinghiali – serbatoio naturale del virus – continua a rappresentare un vettore significativo per la diffusione della PSA.

La stabilizzazione dei contagi, tuttavia, potrebbe indicare l’efficacia parziale delle misure di controllo attuate, come la caccia mirata e le azioni di bonifica.
Il dato relativo all’assenza di nuovi focolai suinicoli è un elemento positivo, ma non deve indurre a compiacimento.

La protezione degli allevamenti suini, cruciale per l’economia regionale, richiede un monitoraggio costante e l’adozione di rigide misure di biosicurezza, finalizzate a prevenire qualsiasi introduzione del virus.
L’estensione del fenomeno, che ha interessato complessivamente 187 Comuni, testimonia la difficoltà di confinare la PSA.

Questi Comuni, distribuiti tra Liguria e Piemonte, sono aree critiche che richiedono un’attenzione particolare da parte delle autorità sanitarie e delle comunità locali.
La Peste Suina Africana non è semplicemente un problema sanitario veterinario; ha implicazioni economiche e sociali significative.
La diffusione del virus può compromettere la produzione di carne suina, danneggiare gli allevamenti e influenzare l’immagine dei prodotti agroalimentari liguri e piemontesi.
La gestione di questa emergenza richiede un approccio multidisciplinare, che coinvolga veterinari, biologi, economisti, esperti di comunicazione e rappresentanti delle associazioni di categoria.

È fondamentale promuovere la collaborazione tra le istituzioni regionali, nazionali ed europee, al fine di sviluppare strategie di controllo innovative e sostenibili.

L’obiettivo primario deve essere quello di ridurre al minimo la diffusione del virus, proteggendo sia la salute degli animali che l’economia regionale.

Questo implica un impegno costante nella sorveglianza epidemiologica, nella caccia selettiva, nella bonifica delle aree infette e nell’educazione della popolazione, al fine di prevenire ulteriori contatti tra animali selvatici e allevamenti suini.

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