Riforma Giustizia: Magistratura in Difesa dell’Autonomia.

La recente riforma della magistratura, mutuata dal disegno di legge Nordio, pone interrogativi profondi e richiede una risposta coesa e determinata da parte di tutti coloro che ritengono imprescindibile la salvaguardia dell’autonomia del potere giudiziario.
L’area progressista della magistratura, attraverso l’Area Democratica per la Giustizia (AreaDg), manifesta con chiarezza la propria preoccupazione per i rischi di erosione che la riforma introduce, soprattutto per quanto riguarda la composizione e le prerogative del Consiglio Superiore della Magistratura, esponendo la carriera dei magistrati a influenze esterne e potenziali derive politiche.

L’impegno assunto è quello di una difesa attiva e costante, concretizzata attraverso la partecipazione al comitato referendario promosso dall’Associazione Nazionale Magistrati (ANM), con l’obiettivo di sottoporre la riforma al giudizio popolare e, auspicabilmente, di ottenere la sua abrogazione.

Ma la battaglia va oltre la mera contrarietà a una specifica legge; si tratta di difendere un modello di giustizia radicato nei principi costituzionali, un pilastro fondamentale per la tenuta democratica del Paese.

La fragilità apparente del diritto, in un’epoca dominata da dinamiche di potere pervasive, non deve ingannare.
È proprio in questa apparente debolezza che risiede la sua vera forza: la capacità di risolvere conflitti pacificamente, di garantire la libertà individuale e di limitare l’arbitrio del potere.

Questa forza, tuttavia, necessita di essere costantemente difesa da quelle forze che, spinte da logiche di consenso immediato, da imperativi economici spietati o da manipolazioni comunicative, tendono a piegarla a proprie esigenze.
Il diritto, per sua natura, non è uno strumento di prevaricazione o di violenza, ma un sistema di regole volte a garantire l’equità e la giustizia per tutti.
AreaDg sottolinea con forza l’importanza di preservare il ruolo sociale e culturale delle associazioni di magistrati, intese come luoghi di confronto, di studio e di proposta per il miglioramento del sistema giudiziario.
Altrettanto cruciale è la garanzia della libertà di espressione dei magistrati, il diritto di partecipare al dibattito pubblico, contribuendo con le proprie competenze e la propria esperienza a plasmare una cultura della legalità.
Questo diritto non è un privilegio, ma una responsabilità, un dovere civico nei confronti della collettività.

La sfida è complessa e richiede un’azione concertata, un impegno continuo a rivendicare e a difendere i valori fondanti della Costituzione, perché la giustizia, per essere tale, deve essere libera, indipendente e accessibile a tutti.

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