Il progetto di rinascita del comparto siderurgico italiano, pilastro fondamentale per la sovranità industriale e l’autonomia strategica del Paese, si configura come un’operazione complessa e articolata, che mira a risanare le ferite del passato e a proiettare l’industria verso un futuro sostenibile e tecnologicamente avanzato.
L’ambizione è quella di raggiungere una produzione complessiva di acciaio “green” pari a 8 milioni di tonnellate, valorizzando al contempo le infrastrutture esistenti, in particolare quelle del Nord Italia.
La realizzazione di un quarto forno elettrico a Genova rappresenta un tassello cruciale di questa strategia, in quanto consentirebbe di incrementare la capacità produttiva e di adottare processi di fabbricazione meno impattanti sull’ambiente.
La scelta del forno elettrico, a differenza dei tradizionali forni ad altoforno, si giustifica con la sua maggiore flessibilità operativa e la potenziale riduzione delle emissioni di CO2, a patto di alimentarlo con energia proveniente da fonti rinnovabili.
Tuttavia, la creazione dell’impianto Dri, ovvero il sistema di riduzione diretta del minerale ferroso, necessario per l’alimentazione del forno elettrico, pone una sfida logistica e territoriale.
L’ubicazione di tale impianto, strategicamente importante per la filiera, non può essere localizzata a Genova, per ragioni infrastrutturali e di capacità di accoglienza del territorio.
La soluzione più auspicabile è l’insediamento in un polo industriale situato nel Mezzogiorno, possibilmente nella regione Puglia, con l’approvazione del Comune di Taranto.
In alternativa, si valuteranno altre aree del Sud Italia, garantendo comunque la massima integrazione con le filiere locali e la creazione di nuove opportunità di lavoro.
L’iniziativa, lungi dall’essere un mero intervento di carattere economico, si configura come un vero e proprio progetto di sviluppo territoriale, volto a restituire dignità e occupazione a intere comunità.
Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha evidenziato come il rilancio dell’industria siderurgica rappresenti un fattore determinante per la riaffermazione del ruolo dell’Italia nel panorama internazionale, rafforzando la sua capacità di competere sui mercati globali e di garantire la sicurezza degli approvvigionamenti.
Il dialogo costruttivo con le istituzioni locali, come dimostrato dagli incontri con il Presidente della Regione Liguria e il Sindaco di Genova, sottolinea l’importanza di un approccio collaborativo e trasparente, finalizzato a coinvolgere attivamente tutti gli stakeholder, dai sindacati alle associazioni di categoria, dalle comunità locali alle imprese.
L’impegno del Ministero è quello di fornire informazioni chiare e dettagliate, attraverso assemblee pubbliche e canali di comunicazione dedicati, per favorire la comprensione del piano di rilancio e per raccogliere suggerimenti e osservazioni.
In definitiva, il progetto di rilancio del comparto siderurgico italiano si presenta come un’opportunità unica per modernizzare l’industria, ridurre l’impatto ambientale, creare posti di lavoro e rafforzare la competitività del Paese, nel rispetto delle esigenze del territorio e delle aspettative dei cittadini.
La chiave del successo risiede nella capacità di coniugare innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale e inclusione sociale, per costruire un futuro più prospero e resiliente per l’Italia.