Un’ombra di incertezza grava sul personale della Marina Militare e della Guardia Costiera, alimentata da un ritardo strutturale nel pagamento delle indennità di missione previste dal contratto triennale 2022-2024.
La segreteria nazionale SIM Marina, con una comunicazione formale indirizzata al Ministero della Difesa, ha sollevato un problema di gravità istituzionale che sta mettendo a dura prova la dignità e il benessere economico delle famiglie militari.
L’accordo, datato 18 dicembre 2021, e la successiva pubblicazione del decreto attuativo nel maggio 2022, si sono concretizzati in una legge tardivamente applicata, a fine 2023.
Questo lasso di tempo, caratterizzato da una dilazione inaccettabile, ha privato il personale militare del beneficio economico a cui aveva legittimamente diritto, mentre continua a svolgere il proprio servizio, spesso in condizioni operative impegnative, tra mare e terra.
Le conseguenze di questa situazione si ripercuotono pesantemente sulle famiglie militari, esposte a crescenti difficoltà economiche.
La crescita dei figli, l’adempimento delle scadenze relative alle utenze domestiche, l’accumulo di sacrifici personali, si sovrappongono a un contesto inflazionistico che erode il potere d’acquisto.
La nota del SIM Marina evoca un senso di frustrazione e di ingiustizia, sottolineando l’incongruenza tra l’impegno profuso dai militari e la mancata erogazione delle compensazioni economiche.
Al centro della problematica vi è il sistema NoiPA, gestito dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, ritenuto responsabile della mancata predisposizione dei codici stipendiali necessari per l’erogazione delle indennità.
Nonostante i tentativi di confronto e l’incontro di giugno 2023, lo Stato Maggiore Marina non ha ancora recepito le direttive derivanti dalle circolari di Persomil in disposizioni applicative interne.
La beffa, secondo il sindacato, risiede nel fatto che, parallelamente, i Carabinieri, anch’essi dipendenti del Ministero della Difesa ma con un sistema stipendiale autonomo, riceveranno regolarmente le loro indennità a partire da ottobre.
Questa disparità di trattamento, che configura una situazione di evidente inefficienza e, potenzialmente, discriminazione, ha portato il sindacato a lanciare un appello pressante al Ministero della Difesa.
L’istanza è chiara: abbandonare definitivamente il sistema NoiPA, un modello gestionale che si è dimostrato, nel tempo, inadeguato e incapace di garantire la tempestività e l’accuratezza nei pagamenti agli stipendi del personale militare.
Si auspica una revisione profonda dell’architettura dei pagamenti, orientata a un sistema più snello, efficiente e rispettoso dei diritti del personale delle Forze Armate.
La richiesta non è solo economica, ma anche di riconoscimento del valore del servizio reso e della dignità dei militari.