Sampdoria, 3.000€ di multa e fuochi d’artificio: decisioni contrastanti

La decisione del giudice sportivo ha delineato una sanzione pecuniaria di 3.000 euro a carico della Sampdoria, motivata dall’applicazione del principio di responsabilità oggettiva.
Tale provvedimento discende da un ritardo di circa tre minuti nell’avvio del primo tempo durante la 13ª giornata della Serie BKT, specificamente nella partita contro la Juve Stabia, conclusasi con un successo blucerchiato per 1-0 allo stadio Luigi Ferraris di Genova.

La sanzione, pertanto, non si fonda sulla dimostrazione di una colpa specifica imputabile alla società, bensì sulla sua responsabilità derivante dall’evento (il ritardo) verificatosi durante l’evento sportivo.
Parallelamente alla contestazione relativa al ritardo, è stata accertata una violazione delle normative che disciplinano l’accesso e l’utilizzo di materiali pirotecnici all’interno degli impianti sportivi, in particolare l’articolo 25, comma 3, del Codice di Giustizia Sportiva (CGS).

Tifosi sampdoriani, con azioni non autorizzate, hanno introdotto e fatto esplodere petardi, fumogeni e bengala, generando un’atmosfera particolare ma in contrasto con le norme di sicurezza.
Tuttavia, in una decisione che ha suscitato diverse interpretazioni, il giudice sportivo ha optato per non comminare ulteriori sanzioni a carico della società blucerchiata in relazione agli eventi pirotecnici.
Questo gesto implica una valutazione complessa che potrebbe aver preso in considerazione fattori quali la possibile difficoltà di identificazione dei responsabili diretti, la dimensione e la natura degli oggetti pirotecnici utilizzati, o forse, una valutazione complessiva del contesto e dell’impatto della partita.
La scelta di non punire la società in questo caso solleva interrogativi sulla rigorosità dell’applicazione delle normative di sicurezza e sulla discrezionalità del giudice sportivo nell’interpretare gli eventi e modulare le sanzioni, suggerendo una possibile tendenza a una maggiore indulgenza in determinate circostanze, pur ribadendo l’importanza del rispetto delle norme che tutelano l’ordine pubblico e la sicurezza all’interno degli impianti sportivi.
L’episodio evidenzia, inoltre, la delicatezza del rapporto tra passione popolare e regole, e la necessità di bilanciare il diritto di manifestare il tifo con il dovere di garantire un ambiente sicuro per tutti i partecipanti all’evento sportivo.

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