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Sampdoria, tifosi al culmine: basta, serve un cambio proprietà

Il grido è un’eco sorda che risuona tra le tribune e si propaga ben oltre la Gradinata Sud: l’ospitalità nei confronti della attuale proprietà della Sampdoria è esaurita.

L’assemblea pubblica del 23 settembre, un concentrato di passione e frustrazione radunata sotto il tetto della curva, ha sancito una frattura profonda, un punto di non ritorno nel rapporto tra la tifoseria e chi, formalmente, amministra il club.

Non si tratta di una mera contestazione post-partita, un’espressione momentanea di rabbia per una sconfitta; è una dichiarazione di intenti, un atto di accusa formale firmato ‘La Sud’, portavoce di un sentimento condiviso da migliaia di sostenitori.
La retrocessione in Serie C, evento traumatico e inequivocabile, ha rappresentato l’apice di una spirale negativa che affonda le radici in una gestione percepita come inefficace e priva di visione strategica.
Ma ciò che ha ulteriormente acuito la rabbia dei tifosi non è solo il fallimento sportivo, bensì l’apparente disinteresse per il patrimonio storico e culturale che la Sampdoria incarna.
Nonostante la sofferenza e le difficoltà, i numeri raccontano una storia di fedeltà impressionante: abbonamenti e presenze ai limiti del record, un sostegno economico e morale che contrasta nettamente con le scelte operate a livello dirigenziale.
La lettera dei tifosi non è un semplice elenco di lamentele, ma un’analisi impietosa delle responsabilità.
Si contesta una gestione che, al di là dei risultati sportivi, ha eroso l’identità del club, compromettendone l’immagine e delegittimandone il blasone.
Si accusa una mancanza di lungimiranza, scelte tecniche discutibili e una gestione finanziaria che non sembra tenere conto del bene comune.
La richiesta, esplicita e inequivocabile, non è più una supplica, ma un imperativo: un cambio di proprietà è ritenuto non solo auspicabile, ma essenziale per il futuro della Sampdoria.

Il testo non lascia spazio a interpretazioni.
L’azione della tifoseria si configura come una presa di posizione radicale, un rifiuto di compromessi.

Si percepisce un desiderio di riscatto, un’urgenza di restituire alla Sampdoria il suo antico splendore, la passione e l’orgoglio che l’hanno contraddistinta nel corso della sua gloriosa storia.

L’obiettivo è chiaro: trovare nuovi custodi, figure capaci di comprendere e valorizzare il significato profondo di un club che va ben oltre i risultati sportivi, incarnando un pezzo di storia e di identità per una città e per un intero popolo.

La partita, ora, è aperta su un campo diverso, dove la voce dei tifosi si fa sempre più forte e determinata.

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