lunedì 4 Agosto 2025
21.9 C
Genova

Scalco: Cassazione assolve con rinvio, un omicidio pregresso.

La vicenda che ha visto protagonista Evaristo Scalco, condannato e successivamente assolto con rinvio per l’omicidio di Javier Alfredo Miranda Romero, trascende la semplice dinamica di una lite condominiale.

Si configura come un tragico epilogo di una escalation di violenza, alimentata da pregiudizi e da un profondo senso di risentimento accumulato nel tempo.
Le motivazioni della Corte di Cassazione, annullando la precedente condanna a 23 anni, evidenziano come l’atto violento di Scalco fosse volto a manifestare una preesistente aggressività, mascherata dietro un presunto “motivo” apparentemente banale.
La sera del primo novembre 2022, Javier Miranda Romero e un suo amico celebravano la nascita del figlio nel cuore del centro storico genovese.
Un banale disturbo della quiete pubblica, una presunta mancanza di rispetto percepita da Scalco affacciato alla sua finestra, scatenò la reazione fatale.

Le parole offensive, pregne di riferimenti xenofobi, indirizzate ai due uomini, agirono come catalizzatore di un’ira sopita, trasformando un episodio marginale in un atto di violenza irreparabile.
L’artigiano, con un gesto premeditato e deliberato, recuperò un arco e una freccia particolarmente letale, colpendo Romero con precisione mortale.
Il successivo tentativo di estrarre il dardo dalla vittima, sottolinea l’assenza di rimorso e l’intenzione di perpetrare un atto cruento.

Le sentenze della Cassazione rimarcano con chiarezza come la reazione di Scalco fosse sproporzionata rispetto all’offesa subita.

Non si trattò di una risposta impulsiva, ma di un’azione premeditata, frutto di un “moto interiore assolutamente ingiustificato”, che utilizzò l’episodio come mero pretesto per sfogare un impulso criminale latente.
La Corte ha così sottolineato come la gravità del reato non risiedesse tanto nell’offesa iniziale, quanto nella violenza spietata e premeditata con cui essa è stata “risposta”.
La difesa di Scalco, sostenuta dagli avvocati Jacopo Pensa e Federico Papa, ha sempre tentato di attenuare la responsabilità dell’artigiano, argomentando che l’intenzione fosse quella di spaventare, non di uccidere.
Tuttavia, la ricostruzione dei fatti e le motivazioni della Corte di Cassazione delineano un quadro diverso, che evidenzia la premeditazione e la deliberata volontà di infliggere una pena esemplare.

Il dolore di Patricia Zena, compagna di Romero, assistita dagli avvocati Francesca Palmero e Jari Felice, si è concretizzato nella perdita del suo partner e nella difficoltà di poter condividere con il figlio i primi momenti di vita.

La sua testimonianza, carica di emozione, ha reso tangibile la tragedia di una vita spezzata e di un futuro negato.
La vicenda solleva interrogativi profondi sulla natura della violenza, sulle radici del pregiudizio e sulla necessità di affrontare con determinazione ogni forma di intolleranza.
Il caso Evaristo Scalco non è solo una storia di un omicidio, ma un campanello d’allarme che invita la società a riflettere sulla fragilità dei legami sociali e sulla responsabilità individuale nel promuovere una cultura del rispetto e della convivenza pacifica.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -