giovedì 2 Ottobre 2025
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Genova

Sequestro in mare: due italiani coinvolti in drammatico episodio vicino Gaza.

Nella notte, un atto di forza ha interrotto la navigazione della Global Sumud Flottilla, una missione umanitaria diretta verso Gaza.
Due cittadini italiani, José Nivoi, operatore portuale genovese, e Pietro Queirolo Palmas, giovane di ventitré anni, si sono trovati coinvolti in un drammatico episodio di sequestro perpetrato dalle forze armate israeliane in acque che, secondo il diritto internazionale, dovrebbero essere considerate internazionali.

I due si trovavano rispettivamente a bordo delle imbarcazioni “Morgana” e “All In”.
I genitori di Pietro, Sara Urgeghe e Luca Queirolo Palmas, hanno espresso profonda preoccupazione e chiesto un intervento immediato.
Attraverso una comunicazione ufficiale, hanno denunciato il sequestro del figlio, avvenuto alle 22:15, momento in cui è andata persa la comunicazione.

L’ultimo messaggio ricevuto dai genitori descrive un’aggressione inaspettata, caratterizzata dall’impiego di getti d’acqua ad alta pressione e sostanze irritanti, in una situazione in cui l’equipaggio non aveva opposto alcuna resistenza.

Questo episodio solleva interrogativi di portata significativa, intrecciando questioni umanitarie, giuridiche e politiche.
La Global Sumud Flottilla, come altre iniziative precedenti, si proponeva di portare aiuti umanitari alla popolazione di Gaza, regione afflitta da una situazione di profonda crisi socio-economica e da restrizioni che limitano la libertà di movimento e l’accesso ai beni di prima necessità.

L’arrembaggio, in acque internazionali, contesta direttamente il diritto alla solidarietà e alla compassione, ponendo in discussione i principi fondamentali del diritto marittimo e del diritto internazionale umanitario.

L’intervento delle autorità israeliane si inserisce in un contesto storico complesso, segnato da tensioni ricorrenti e da un blocco imposto sulla Striscia di Gaza.

La richiesta dei genitori di Pietro, un appello alla tutela di un cittadino italiano, si eleva a una denuncia più ampia contro le azioni del governo israeliano, richiamando l’attenzione su un mandato di arresto emesso dalla Corte Penale Internazionale nei confronti del primo ministro, per accuse gravissime di genocidio.

La vicenda pone l’Italia di fronte a una responsabilità morale e diplomatica, richiedendo un intervento tempestivo e deciso per garantire la liberazione dei due cittadini sequestrati e per contribuire a una soluzione pacifica e duratura del conflitto israelo-palestinese, che rispetti i diritti umani e il diritto internazionale.
La vicenda di José Nivoi e Pietro Queirolo Palmas non è solo una questione di due persone scomparse, ma un campanello d’allarme che richiede una riflessione urgente sulla necessità di rispetto delle leggi internazionali e della dignità umana.

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