lunedì, 21 Luglio 2025
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Sergio Viganò, l’architetto silenzioso di un’era dorata.

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La U.
C.
Sampdoria, con profondo rispetto e cordoglio, rende omaggio a Sergio Viganò, figura imprescindibile e architetto silenzioso di un’era dorata del calcio italiano.
Massaggiatore blucerchiato per antonomasia, Viganò, nato a Garbagnate Milanese nel 1941, rappresenta un esempio di dedizione, competenza e un’inattesa vocazione che ha permeato decenni di successi sportivi.
La sua parabola professionale, inizialmente frutto di una suggerimento inatteso – un annuncio di un corso di massofisioterapia intercettato dalla moglie – si è trasformata in una leggenda, intrisa di un legame indissolubile con il mondo del calcio e, soprattutto, con Roberto Mancini.

La testimonianza di Mancini, rievocando l’episodio cruciale portato alla sua attenzione da Gianfranco Matteoli durante la sua esperienza all’Alessandria, illumina l’origine di una collaborazione straordinaria.
Viganò, uomo di notevole fisicità, veniva inizialmente sottoposto a esercizi di potenziamento muscolare, un vero e proprio banco di prova per la sua resistenza.
Questa esperienza, apparentemente una sfida, gettò le basi per un rapporto di fiducia e collaborazione che avrebbe costellato la carriera di entrambi.
Dalla Sampdoria, squadra con la quale ha costruito un impero di vittorie, la sua influenza si è estesa alla Lazio, all’Inter e, successivamente, al Manchester City.
Un percorso cosmopolita che lo ha visto al servizio di un numero impressionante di atleti, curando le loro necessità fisioterapiche e contribuendo in maniera significativa al loro rendimento.

Lungi dall’auto-proclammarsi un “mago”, come spesso gli veniva attribuito, Viganò sottolineava con orgoglio la sua preparazione scientifica.

La “magia” era il risultato di anni di studio approfondito dell’anatomia, della fisiologia e delle tecniche di recupero, affinate attraverso l’esperienza diretta e l’osservazione meticolosa.
La sua conoscenza non era innata, ma il prodotto di una ricerca costante e di un impegno profondo nella comprensione delle esigenze del corpo umano sotto stress atletico.
La sua eredità, oltre ai trofei conquistati, risiede nella capacità di aver elevato il ruolo del massaggiatore a quello di un professionista chiave nel panorama sportivo moderno, un vero e proprio architetto del recupero e della performance.

Un uomo che ha trasformato una passione nata per caso in un’arte, un mestiere, una scienza.

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