La città di Sestri Levante, incastonata tra due mari, ha rinnovato oggi un rituale di fede secolare: la processione dei Tre Crocifissi.
Un evento che affonda le sue radici nel 1620, intrinsecamente legato alla festa della Madonna del Carmelo, e che quest’anno ha visto la partecipazione del Vescovo di Chiavari, Monsignor Giampio Devasini, in una preghiera corale rivolta alla pace per le nazioni flagellate dalla guerra, in particolare l’Ucraina e la Terrasanta.
Un corteo imponente, composto da oltre mille sestresi e numerosi turisti, ha percorso le vie del borgo, trasformando la città in un palcoscenico di devozione popolare.
Sindaco e rappresentanti delle forze dell’ordine hanno onorato con la loro presenza un momento di profonda spiritualità e identitaria.
L’elemento centrale della processione rimane l’esibizione solenne dei Tre Crocifissi: “U Piccin” (80 kg), “U Giancu” (120 kg) e “U Neigru” (150 kg), simboli di sofferenza e redenzione portati a spalla dai confratelli della Confraternita del Carmelo di Santo Stefano del Ponte.
La rotazione dei portatori, dovuta alla notevole fatica richiesta da tali pesi, testimonia il senso di appartenenza e la condivisione di un fardello spirituale e fisico.
Il percorso, dalla chiesa di Santo Stefano alla basilica di Santa Maria di Nazareth, attraversa il ponte medievale e si addentra nell’antico caruggio, custode di secoli di storia e tradizioni.
Il cerimoniale è un mosaico di elementi che si tramandano di generazione in generazione: la banda musicale di Sestri, erede di una tradizione attiva dal 1875, intona marce solenni; i chierichetti, vestiti a festa, guidano il corteo; le donne, avvolte nel lutto nero, esprimono la penitenza; le ragazze in bianco simboleggiano la purezza; i bambini, vestiti da angioletti, incarnano la speranza.
Dalle finestre, le assenti osservano silenziose, partecipi di un rito che segna il tempo e rafforza il legame con il passato.
I turisti, testimoni privilegiati di un’esperienza unica, rimangono affascinati dalla vitalità e dall’integrità di una tradizione così antica, un vero e proprio tesoro immateriale che continua a risplendere nel cuore di Sestri Levante, alimentando la fede e l’orgoglio di una comunità che non dimentica le sue radici.
La processione si configura quindi non solo come un atto di devozione religiosa, ma anche come un potente simbolo di continuità, resilienza e identità culturale.