Sette anni.
Sette anni da quando il crollo del Ponte Morandi, il quattordici agosto del 2018, ha squarciato il cielo di Genova con un ruggito di dolore e disperazione.
Un evento catastrofico che ha lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva, portando via con sé quarantadue vite e generando un lutto profondo che continua a permeare la città.
La cerimonia commemorativa, celebrata sotto la nuova infrastruttura, il viadotto San Giorgio, non è stata semplicemente un momento di ricordo, ma un atto di resilienza, un tentativo di riconciliazione con un passato traumatico.
Il memoriale, eretto in prossimità del luogo della tragedia, testimonia la fragilità umana di fronte alla forza distruttiva della natura e, allo stesso tempo, la capacità di ricostruire, di rialzarsi, di onorare la memoria di chi non c’è più.
Un minuto di silenzio, sospeso nell’aria, ha amplificato il peso del dolore, un dolore che si è trasmesso di generazione in generazione, inciso nei volti dei familiari delle vittime.
Volti segnati da un dolore che non si attenua, che si riaccende ogni anno con la forza di un ricordo vivido e penetrante.
Le parole, spesso, si fanno fatica a trovare una forma compiuta, soffocate dall’emozione che preme per esprimersi in lacrime e silenzi eloquenti.
“È sempre difficile sopportare la mancanza,” ha confidato uno dei congiunti, la voce rotta dalla commozione, “ma quest’anno, il dolore risuona con una vibrazione più intensa, come un’onda che si infrange contro la costa della nostra anima.
“La tragedia del Ponte Morandi non è stata solo un crollo fisico, ma un crollo di certezze, un evento che ha messo in discussione la fiducia nelle istituzioni e la sicurezza percepita.
La ricostruzione del viadotto, seppur necessaria per ripristinare la connettività della città, non può cancellare il trauma, né lenire la ferita profonda nel cuore di chi ha perso i propri cari.
La cerimonia, dunque, si è configurata come un atto di riconoscimento, un impegno a non dimenticare, a onorare la dignità delle vittime e a lavorare per un futuro in cui simili tragedie non si ripetano.
Un futuro in cui la sicurezza, la trasparenza e la responsabilità siano valori imprescindibili, pilastri di una società più giusta e più umana.
Il ricordo, in questo contesto, diventa non solo un tributo al passato, ma anche un monito per il presente e una promessa per il futuro.