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Skymetro Genova: Rinuncia ai Fondi, Crescono le Polemiche

La recente comunicazione proveniente dall’incontro romano tra il Vicepremier e Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, e la Sindaca di Genova, Silvia Salis, ha scatenato un’ondata di reazioni critiche, sollevando interrogativi profondi sulla gestione strategica delle risorse e sullo sviluppo infrastrutturale della città.

L’apparente soddisfazione espressa dall’amministrazione comunale per la rinuncia a 398 milioni di euro destinati al progetto dello Skymetro, un’opera di trasporto pubblico sopraelevato cruciale per il collegamento tra la Val Bisagno e il centro urbano, appare, agli occhi di diverse forze politiche, non solo incomprensibile, ma francamente dannosa per il futuro di Genova.
Lungi dall’essere una semplice questione politica, la vicenda Skymetro incarna un problema strutturale più ampio: la difficoltà di perseguire una visione a lungo termine nello sviluppo urbano, innescata da continui cambi di indirizzo e una scarsa capacità di programmazione.
La rinuncia a questi fondi, somme ingenti che rappresentavano un’opportunità concreta per modernizzare il sistema dei trasporti pubblici e migliorare la qualità della vita dei cittadini della Val Bisagno, evoca il rischio di un ritorno all’immobilismo, a un’epoca di progetti incompiuti e promesse disattese.
La Val Bisagno, da sempre caratterizzata da una complessa rete di collegamenti e una relativa carenza di infrastrutture adeguate, si trova ora a dover affrontare una situazione ancora più precaria.
L’opera dello Skymetro, con la sua promessa di ridurre drasticamente i tempi di percorrenza tra Struppa e Brignole, avrebbe rappresentato un vero e proprio volano per lo sviluppo economico e sociale della zona, favorendo l’integrazione con il resto della città e migliorando l’accessibilità ai servizi essenziali.
La decisione di rinunciare a questi fondi solleva anche interrogativi sulla reale capacità dell’amministrazione comunale di proporre alternative valide e coerenti.
L’assenza di un piano B, di un progetto sostitutivo in grado di garantire lo stesso livello di miglioramento per la mobilità urbana, alimenta il sospetto di una gestione poco oculata e di una mancanza di lungimiranza strategica.
Non si tratta semplicemente di un confronto tra visioni politiche contrapposte, ma di una questione che investe direttamente la capacità di una città di guardare al futuro e di affrontare le sfide del domani.

La vicenda Skymetro diventa, in questo senso, un campanello d’allarme, un monito a non sacrificare il progresso e il benessere dei cittadini sull’altare di decisioni affrettate e poco ragionate.
La speranza è che, a fronte di questa esperienza, si possa avviare un dibattito costruttivo e una riflessione approfondita sulle priorità di sviluppo di Genova, mettendo al centro il bene comune e la qualità della vita dei suoi abitanti.
La necessità di un piano strategico a lungo termine, condiviso e sostenibile, appare ora più urgente che mai.

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