Spezia, Caso D’Angelo: Silenzi, Dubbi e un Legame Profondo

La settimana che ha visto lo Spezia lottare contro una crisi di risultati profondi ha raggiunto il suo apice con la trasferta di Avellino, una partita che si preannunciava segnata da un cambiamento in panchina.
Dopo la pesante sconfitta interna contro il Cesena, che ha relegato i bianchi all’ultimo posto in classifica con un bilancio di cinque sconfitte e tre pareggi in otto incontri, le dichiarazioni del presidente Stillitano e l’immediata apertura di trattative con Guido Pagliuca avevano creato un clima di quasi certezza: l’esonero di Luca D’Angelo sembrava inevitabile.
Tuttavia, il quadro si è inaspettatamente ridisegnato, lasciando spazio a interrogativi e a un silenzio dirigenziale che amplifica l’incertezza.

“Fatico a trovare le parole per commentare,” ammette D’Angelo, sottolineando la sua estraneità alle dinamiche che hanno scosso il club.

“Non sono stato coinvolto in nessuna comunicazione, ho semplicemente seguito la mia routine, presentandomi in campo e allenando la squadra.
“La decisione del presidente di intervenire pubblicamente dopo la partita contro il Cesena è stata rispettata, ma non ha placato le voci e le preoccupazioni.
D’Angelo nega categoricamente di aver considerato le dimissioni, ribadendo un approccio pragmatico e concentrato sulla squadra: “Interverrò quando percepirò una frattura profonda, una divergenza irriducibile tra le mie indicazioni e l’impegno dei giocatori.
“Al di là dei risultati sportivi, l’allenatore sottolinea una responsabilità più ampia, un legame profondo con la comunità spezzina: “La squadra deve rappresentare la società, i tifosi appassionati, i lavoratori che soffrono insieme a noi, perché anche loro sono appassionati.

I giocatori devono pensare alle proprie famiglie, perché in questi momenti difficili anche loro sentono la pressione dei risultati.

E devono giocare per se stessi, per dimostrare di non essere all’altezza delle aspettative.
“Un’ultima, importante precisazione: “Non devono giocare per Luca D’Angelo.

Devono giocare per lo Spezia, per la sua storia, per i suoi valori.

“Riferendosi a un’eventuale sensazione di abbandono, l’allenatore ricorre a una metafora appresa da un vecchio professore: “È difficile parlare di chi non c’è.

“Tuttavia, la sua fiducia nei giocatori rimane incrollabile: “Vi metto la mano sul cuore, questo spogliatoio è un blocco granitico nell’impegno e nella dedizione.
I ragazzi danno il massimo, ci tengono tantissimo.

C’è la consapevolezza della stagione in gioco, c’è il legame con la squadra dell’anno scorso, c’è una motivazione intrinseca legata alla storia di questo club.

” La speranza è che questo spirito, questa resilienza, possa tradursi in un cambio di rotta sul campo, ridando fiducia e speranza a una tifoseria in difficoltà.

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