La recente sentenza del giudice di pace di Genova ha acceso un dibattito cruciale sul delicato equilibrio tra l’obbligo di accettare pagamenti con strumenti elettronici e le peculiarità operative dei rivenditori di prodotti del monopolio di Stato.
La vicenda, originata da un rifiuto di accettare il pagamento con carta per l’acquisto di un pacchetto di sigarette in una tabaccheria genovese, si è trasformata in una sfida legale di portata più ampia, sollevando questioni di diritto costituzionale e di sostenibilità economica per la categoria dei tabaccai.
Il titolare della tabaccheria, Lorenzo Cavana, supportato dai suoi legali Alessandro Gazzolo e Michele Bonacchi, ha contestato la multa di 35,50 euro inflitta dalla Guardia di Finanza, ritenendola illegittima.
La controversia si concentra sull’applicazione indiscriminata dell’obbligo di accettare pagamenti con POS (Point of Sale) ai negozi di tabacchi, che operano in un contesto regolamentato e caratterizzato da prezzi fissati dallo Stato.
L’argomentazione centrale della difesa di Cavana ruota attorno alla natura stessa dei prodotti del monopolio.
I tabaccai, infatti, non hanno la facoltà di determinare i prezzi delle sigarette, che sono stabiliti dallo Stato.
Questo vincolo, unito all’impossibilità di scaricare sulle transazioni elettroniche le commissioni bancarie, configura, a loro avviso, una situazione paradossale e penalizzante.
L’esercente si troverebbe così schiacciato tra due forme di monopolio: quello statale che fissa i prezzi e quello bancario che incamera le commissioni, erodendo ulteriormente i margini di profitto.
I legali hanno sostenuto che l’imposizione indiscriminata del POS, in questo specifico contesto, possa configurare una violazione di principi costituzionali, tra cui la libertà di iniziativa economica (articolo 4) e il diritto alla parità di trattamento (articolo 3).
Imporre un costo aggiuntivo, come le commissioni POS, a un’attività già gravata da limiti di prezzo imposti dallo Stato, potrebbe rendere l’esercizio dell’attività economicamente insostenibile, limitando la libertà di impresa e creando disparità tra diverse categorie di commercianti.
La sentenza del giudice di pace, che ha accolto il ricorso e annullato la multa, condannando anche la Prefettura alle spese legali, rappresenta un precedente significativo per l’intera categoria dei tabaccai.
Il verdetto sottolinea l’importanza di considerare le specificità operative dei negozi di monopolio quando si applicano normative sull’obbligo di accettazione dei pagamenti elettronici.
La vicenda ha innescato un’importante riflessione sull’urgenza di una revisione delle normative, al fine di garantire un quadro normativo equo e sostenibile per i rivenditori di prodotti del monopolio, tutelando al contempo la libera concorrenza e i diritti dei consumatori.
La battaglia legale di Lorenzo Cavana ha così aperto un varco nel sistema, sollevando una questione di giustizia economica che potrebbe avere ripercussioni a livello nazionale.