Il Tribunale di Tempio Pausania si è aperto a un’udienza preliminare carica di tensione, con il collegio giudicante, presieduto dal dottor Marco Contu, chiamato a deliberare su una questione cruciale: l’ammissibilità o meno di un’ampia memoria difensiva presentata dal team legale di Giulia Bongiorno e Dario Romano, rappresentanti la querelante nei confronti di Ciro Grillo e dei suoi tre coimputati genovesi, Francesco Corsiglia, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta, accusati di violenza sessuale di gruppo.
L’udienza di oggi segna l’inizio di un percorso articolato, con tre giorni di arringhe previste fino al 12 luglio, un momento cruciale nel processo che coinvolge figure di spicco e che ha catturato l’attenzione dell’opinione pubblica.
I legali di Grillo, Corsiglia, Lauria e Capitta – Enrico Grillo, Andrea Vernazza, Alessandro Vaccaro, Ernesto Monteverde, Mariano Mameli, Gennaro Velle e Antonella Cuccureddu – avranno l’opportunità di esporre le proprie argomentazioni, un confronto che si preannuncia acceso e complesso.
La prima voce a farsi sentire è stata quella dell’avvocato Ernesto Monteverde, co-difensore di Edoardo Capitta, che ha immediatamente sollevato un problema di procedimentalità.
La richiesta, condivisa da tutti gli altri avvocati della difesa, verte sull’impossibilità di replicare adeguatamente alla memoria in questione, data la brevità del tempo a disposizione per la sua analisi.
Il documento, infatti, si estende per oltre 650 pagine ed è stato consegnato solo due giorni prima dell’udienza.
Monteverde ha evidenziato delle incongruenze riscontrate in una prima scorsa del documento, sottolineando in particolare la presenza di trascrizioni di traduzioni di dialoghi che la parte civile intendeva includere nel fascicolo, ma che erano state precedentemente escluse dal collegio giudicante.
Questo solleva interrogativi sulla coerenza del processo e sulla possibilità per la difesa di poter esercitare appieno il proprio diritto di replica.
In ragione di queste irregolarità procedurali e della necessità di una valutazione approfondita del materiale presentato, la difesa ha formalmente richiesto al tribunale di escludere la memoria dal fascicolo del dibattimento, restituendola agli avvocati delle parti civili, oppure di concedere il tempo necessario per la sua lettura e lo studio.
La richiesta di Monteverde è stata immediatamente supportata da tutti gli altri legali, evidenziando una preoccupazione condivisa per la correttezza del processo.
Il collegio giudicante, consapevole della delicatezza della questione e delle implicazioni procedurali sollevate, si è quindi ritirato in camera di consiglio per deliberare sulla richiesta di sospensione o esclusione della memoria, un momento cruciale che potrebbe influenzare significativamente lo svolgimento del processo e le successive fasi del dibattimento.
La decisione del collegio giudicante rappresenterà un banco di prova per l’equilibrio tra il diritto alla difesa e l’esigenza di un processo equo e trasparente.