Toti, inchiesta: Elettore chiede la messa alla prova

Nel contesto dell’inchiesta per corruzione che ha coinvolto l’ex Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, si è verificato un evento significativo: un elettore, il primo e finora unico a essere coinvolto nel cosiddetto “filone bis” dell’indagine, ha scelto di affrontare la situazione con una richiesta di messa alla prova.
L’uomo, assistito dall’avvocato Vittorio Pagnotta, ha ammesso le accuse a suo carico e ha presentato alla giudice Maria Antonia Di Lazzaro un piano di riabilitazione sociale attraverso la prestazione di lavori di pubblica utilità, in attesa dell’approvazione dell’Uepe (Ufficio di Esecuzione Penale Esterna).
L’episodio si inserisce in un’indagine complessa, avviata nel maggio 2024, che ha portato agli arresti domiciliari di Toti e di diverse figure chiave della sua amministrazione regionale.

Il “filone bis” dell’inchiesta, in particolare, si concentra su presunte irregolarità legate all’organizzazione delle elezioni regionali del 2020.
Secondo l’accusa, sostenuta dai magistrati Federico Manotti e Luca Monteverde, l’elettore in questione, in concorso con Stefano Anzalone, ex consigliere regionale e figura strettamente legata a Toti, avrebbe ricevuto una promessa di impiego in cambio del proprio voto, e del voto dei propri familiari e conoscenze.

La dinamica ipotizzata dalla Procura ricostruisce un accordo implicito: Anzalone, per assicurarsi il consenso elettorale, avrebbe offerto all’indagato un posto di lavoro, quest’ultimo accettando la proposta con l’impegno di votare per il candidato del partito.
L’ammissione di responsabilità dell’indagato, espressa durante l’interrogatorio, costituisce un elemento rilevante in questa fase processuale.
Parallelamente, la Procura ha recentemente concluso le indagini preliminari riguardanti il “filone bis”, estendendo gli avvisi di conclusione indagini a un ampio ventaglio di figure, tra cui Matteo Cozzani, ex braccio destro di Toti e capo di gabinetto, Paolo Piacenza, segretario generale dell’Autorità Portuale, i gemelli Maurizio e Arturo Angelo Testa, Umberto Lo Grasso, ex consigliere consigliere comunale a Genova, e altri elettori.
Tutti i soggetti coinvolti sono assistiti da un team di avvocati, tra cui Massimo Ceresa Gastaldo, Maurizio Mascia, Gennaro Velle, Maurizio Barabino, Celeste Pallini, Pietro Bogliolo, Fabiana Cilio, Giulia Liberti, Mario Iavicoli ed Emanuele Olcese.

La richiesta di messa alla prova, presentata dall’elettore, suggerisce una volontà di collaborare con la giustizia e di riparare, attraverso un percorso di riabilitazione sociale, i danni causati dalle proprie azioni.
Il provvedimento, se approvato dal giudice, potrebbe avere implicazioni significative sull’evoluzione del procedimento penale a suo carico e, più in generale, sull’immagine del processo stesso, che vede coinvolte personalità di spicco del panorama politico ligure.

La Procura, nel frattempo, sta preparando la richiesta di rinvio a giudizio per tutti gli indagati, segnando una fase cruciale in questa intricata vicenda giudiziaria.

- pubblicità -
- Pubblicità -
- pubblicità -
Sitemap