Traffico di droga a Genova: sei anni per Sciotto, chiave del traffico.

Nel complesso scenario criminale che investe il porto di Genova, si è conclusa con una sentenza significativa la vicenda giudiziaria relativa al traffico internazionale di stupefacenti che ha visto coinvolti Federico Pinna, Cosimo Spampinato e Maurizio Sciotto.
La giudice Alice Serra ha inflitto a Sciotto, portuale precedentemente impiegato presso il terminal Spinelli, una pena di sei anni di reclusione, una decisione che si discosta dalla richiesta di otto anni avanzata dal procuratore aggiunto Federico Manotti.

Il processo, celebrato con il rito abbreviato, ha getto luce su un’operazione complessa e meticolosamente pianificata.
L’arresto di Pinna e Spampinato, avvenuto nel 2024, rappresentò l’inizio della disarticolazione della rete.
La loro fuga, ostacolata da un inseguimento culminato in un pericoloso speronamento di una pattuglia dei Carabinieri, ne svelò l’intento di estrarre dal porto 145 chilogrammi di cocaina, una quantità considerevole capace di alimentare un vasto mercato illegale.
L’analisi delle loro attività investigative ha rapidamente portato all’identificazione di Maurizio Sciotto, figura chiave nell’organizzazione.
Sciotto, sfruttando la propria posizione all’interno del terminal, aveva fornito un contributo essenziale, guidando i complici in un sopralluogo preliminare per individuare un varco di uscita strategico e, successivamente, mettendo a disposizione un badge di servizio per agevolare il loro accesso.

La complessità dell’operazione emerge anche dall’ingegnoso metodo di occultamento della droga: 145 chilogrammi di cocaina erano abilmente dissimulati all’interno di un container contenente tonno in scatola sott’olio, un dettaglio che testimonia la cura e la preparazione dei trafficanti.
La rotta del container, partito dal porto di Guayaquil, in Ecuador, e diretto al terminal Spinelli di Genova, ha attraversato migliaia di chilometri di mare, rendendo l’operazione ancora più ardua da intercettare.

Le sentenze precedenti avevano già condannato Pinna e Spampinato a pene elevate, inizialmente ridotte in appello a otto anni di reclusione.
La sentenza a carico di Sciotto, pur inferiore alla richiesta del pubblico ministero, sottolinea la gravità del suo coinvolgimento e l’importanza del ruolo che ha ricoperto nell’organizzazione criminale.

Il caso evidenzia, inoltre, le vulnerabilità che possono esistere all’interno di infrastrutture portuali strategiche e la necessità di un controllo rigoroso e costante per prevenire e contrastare attività illecite di tale portata.

L’avvocato Alessandro Sola ha seguito la difesa di Sciotto.

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